Antonio Alberto ZuppaUna scarsa produzione di latte della mamma è la causa più frequente del fallimento dell’allattamento al seno del neonato e le condizioni in cui più comunemente si verifica sono: parto pretermine, malattie della madre e del bambino, separazione della madre dal figlio, riavvio della lattazione dopo un periodo di sospensione e allattamento indiretto. Nelle donne in cui si verificano condizioni di scarsa produzione di latte, nelle quali non sono risultati efficaci adeguati interventi educativi nella fase di avvio dell’allattamento, andrebbero utilizzati i farmaci galattogoghi. Tali farmaci stimolano e mantengono la lattazione in quanto, con diversi meccanismi di azione, determinano un aumento  della produzione della prolattina, ormone della lattazione, da parte  dalla ghiandola ipofisaria.

I principali meccanismi di azione sono la stimolazione diretta sull'adenoipofisi, la soppressione della secrezione ipotalamica del fattore inibente la prolattina, la stimolazione della secrezione ipotalamica  del prolactin releasing hormon, l’azione antagonista sulla liberazione di dopamina che blocca la secrezione di prolattina. In particolare il domperidone, usato comunemente come procinetico (farmaco in grado di stimolare la motilità intestinale), è il galattagogo  di prima scelta, essendo di provata efficacia e con effetti collaterali scarsi nella madre e assenti nel neonato. Il domperidone stimola la lattazione in quanto antagonista della dopamina (antidopaminergico).

È quanto emerge da una revisione sistematica della letteratura sui galattogoghi, ovvero su quei farmaci in grado di stimolare e mantenere la lattazione, condotta  da Antonio Alberto Zuppa, docente di Pediatria generale e specialistica alla sede di Roma dell’Università Cattolica,  e dalla sua èquipe nell’ambito del dipartimento di Scienze pediatriche medico-chirurgiche e Neuroscienze dello sviluppo del Policlinico universitario “Agostino Gemelli”, diretto dal professor Costantino Romagnoli. Lo studio è stato recentemente pubblicato sulla rivista canadese “Journal of pharmacy and pharmaceutical sciences”, organo ufficiale della Canadian Society for Pharmaceutical Sciences.

«Nei Paesi in cui il domperidone non è disponibile, come gli Stati Uniti, può essere sostituito dalla metoclopramide, usata in genere come antiemetico», afferma il pediatra della Cattolica Zuppa, che da anni si occupa dell’allattamento al seno. Gli autori sconsigliano l’uso di alcuni  farmaci neurolettici, come la clorpromazina, per i possibili effetti a breve e lungo termine sullo sviluppo del sistema nervoso centrale del neonato.

Nell’articolo appena pubblicato, infine, il gruppo di ricerca pediatrico della Cattolica di Roma sottolinea la «necessità di attivare studi accurati che possano dimostrare l’efficacia e la sicurezza delle erbe e dei rimedi naturali, che tradizionalmente vengono usati come galattagoghi quali il fieno greco, la silimarina, la galega».