Matteo Gatti concede il bis. Dopo aver conquistato lo scorso marzo il Premio Internazionale Brunello di Montalcino il giovane ricercatore dell’Istituto di Viticoltura della Cattolica lo scorso 22 luglio ha portato a casa un altro importante riconoscimento: il premio SIVE, promosso dalla Società Italiana di Viticoltura ed Enologia e da quest’anno dedicato alla memoria di Giuseppe Versini, ricercatore di fama mondiale recentemente scomparso.

Il premio, attribuito da ricercatori e da tecnici uniti per valutare la ricerca col più alto valore scientifico, viene assegnato alla ricerca che più di tutte si è indirizzata su temi importanti e strategici per la vitivinicoltura moderna e allo stesso tempo dotata di importanti risvolti applicativi e pratici per la produzione.

La ricerca di Gatti “Effetti differenziali del diradamento dei grappoli e della defogliazione precoce su resa, composizione delle uve e qualità dei vini in Sangiovese” ha prevalso su una rosa di 35 lavori provenienti da oltre 40 centri di ricerca italiani. Dopo l’iniziale valutazione anonima da parte del Comitato Scientifico basata sul “grado d’innovazione e interesse dell’argomento”, i 25 lavori che hanno ricevuto il miglior punteggio sono stati presentati a Enoforum 2011. Successivamente i soci Sive e tutti i tecnici che hanno partecipato ad Enoforum sono stati invitati ad esprimere un giudizio su questi lavori in base alla “utilità per la loro attività quotidiana”. Il punteggio medio ottenuto ha avuto un peso determinante nell’assegnazione finale del Premio, mentre il Comitato Scientifico è sollecitato a giudicare il “valore scientifico” del lavoro, sulla base di un articolo integrale presentato dagli autori.
A Matteo Gatti, come premio, va una somma pari a € 5.000 sul fondo di ricerca gestito dagli autori.

Il presidente del Sive Emilio Celotti, che ha anche coordinato i lavori di selezione del Premio, ha espresso «sincere congratulazioni al dottor Gatti ed al gruppo di lavoro a cui appartiene, per l’alto valore scientifico, la completezza e l’organicità del lavoro sperimentale premiato».

«I risultati ottenuti - ha spiegato il presidente del Sive - descrivono nel dettaglio una pratica viticola che può rivelarsi particolarmente utile in numerosi contesti produttivi del nostro paese, e non solo. Probabilmente proprio per questo il lavoro ha ottenuto grande consenso da parte dei tecnici. Il giudizio positivo da parte del mondo della produzione è stato convalidato anche dal Comitato Scientifico, che ha assegnato punteggi molto elevati al suo valore scientifico. Per il CdA Sive è stato quindi facile giungere all’assegnazione del Premio, vista la convergenza di giudizi d’eccellenza da parte dei due mondi, produzione e ricerca, che l’associazione si propone di far colloquiare sempre di più. Ulteriore soddisfazione deriva dal fatto che il lavoro riguardi un tema viticolo, visto che uno dei nostri obiettivi è quello di favorire quanto più possibile l’interdisciplinarietà del tecnici del settore».