Non è il nome di un pianeta, ma è un progetto internazionale che mette insieme dodici stelle europee della prevenzione delle infezioni ospedaliere. Saturn studierà l’impatto dell’esposizione antibiotica sullo sviluppo di infezioni resistenti agli antibiotici nei pazienti ospedalizzati e combinerà le ricerche in campo microbiologico, clinico, epidemiologico e farmacologico. Il progetto coinvolgerà dodici centri di eccellenza ospedaliera in Europa con 7 milioni di finanziamento dalla Comunità europea. Per l’Italia parteciperà l’Istituto di Clinica delle Malattie infettive dell’Università Cattolica-Policlinico Gemelli di Roma con i professori Roberto Cauda ed Evelina Tacconelli, responsabili di una parte del progetto Saturn, quella relativa all’impatto della terapia antibiotica sulla prevalenza di batteri antibiotico-resistenti.

Evelina Tacconelli«L’iniziativa avrà tra i suoi scopi quello di migliorare gli standard metodologici e investigare il ruolo degli antibiotici sui meccanismi di acquisizione, selezione e trasmissione dei batteri antibiotico-resistenti in differenti condizioni ambientali - spiega Evelina Tacconelli, ricercatrice di Malattie infettive alla Cattolica e componente del direttivo dellla Società europea di microbiologia clinica e malattie infettive (Escmid) - combinando l’analisi dei dati molecolari, ecologici e clinici». I risultati di Saturn definiranno i limiti di utilizzo delle terapie antibiotiche per minimizzare i fenomeni di resistenza agli antibiotici, senza di fatto, compromettere la sicurezza e la riuscita della cura del paziente. «Questo approccio senza precedenti - aggiunge Roberto Cauda, docente di Malattie infettive alla Cattolica di Roma - permetterà lo sviluppo di direttive comunitarie, europee, regionali e locali, sull’utilizzo appropriato della terapia antibiotica».

Roberto CaudaIl coinvolgimento nel progetto conferma il Policlinico Gemelli come centro di eccellenza in Europa per la prevenzione e la cura delle infezioni nosocomiali, segno della massima attenzione alla qualità e alla sicurezza delle cure per il paziente, che si realizza anche grazie a una intensa e costante attività di ricerca e prevenzione nei confronti di nuovi possibili fenomeni di antiobiotico-resistenza che possono instaurarsi in ambito ospedaliero. A tale proposito va sottolineato l’impegno del Gemelli nella lotta contro l’incremento delle infezioni ospedaliere che si è verificato negli ultimi anni in tutto il mondo, confermato anche dall’organizzazione nel mese di marzo a Roma dell’expert meeting dedicato allo Staphylococcus aureus meticillina-resistente (Mrsa) dal titolo “Mrsa: common problem, no solution” promosso dagli infettivologi della Cattolica Tacconelli e Cauda con il patrocinio dell’Escmid e della Società internazionale di chemioterapia (Isc). Il convegno, organizzato a due anni di distanza dalla precedente “consensus conference” di Lubiana, ha visto i massimi esperti europei aggiornarsi e confrontarsi sulla sempre più costante diffusione a livello ospedaliero e comunitario dello Staphylococcus aureus. «L’Italia rappresenta uno dei Paesi europei a più alta incidenza di Mrsa (34%), come evidenziato da un recente monitoraggio del Sistema europeo di sorveglianza sulle resistenze batteriche (Earss), insieme a Portogallo e Malta che, con oltre il 50%, affermano un trend di incidenza particolarmente elevato nelle regioni mediterranee a fronte di una media europea del 25%» - afferma Tacconelli. Tuttavia, è importante sottolineare, che la sorveglianza indica come l’incidenza in Italia sia diminuita nel 2008. «Tale risultato - conclude Cauda - è verosimilmente correlabile a una maggiore sensibilizzazione di tutto il personale sanitario, all’implementazione di appropriate misure di controllo attuate all’interno degli ospedali e alla divulgazione di raccomandazioni nazionali».