di Vera Brunelli *
Dare la mano al proprio vicino per proteggere insieme le diversità del mondo. È questo il filo rosso che lega la scuola dell’infanzia San Pio X di Sarezzo (Bs) e la scuola Maison de Paix di Kikwit (Repubblica Democratica del Congo), protagoniste di un progetto di Service Learning, tramite il quale è stato possibile esaudire, a oltre cinquemila chilometri di distanza, il desiderio di bambini e bambine di mettersi in dialogo con l’altro e riflettere sull’importanza delle diversità culturali.
A seguito dell’esperienza di volontariato con il Charity Work Program, che ho svolto in una scuola in Uganda, è nato in me il desiderio di agire affinché i bambini acquistino fin dalla prima infanzia un’identità planetaria, promuovendo pertanto un’educazione al dialogo e al superamento di pregiudizi, prodotti e strumenti di società impaurite dalle diversità. Questi sono solo alcuni degli ingredienti che mi hanno portato alla stesura di un breve racconto in cui, oltre a promuovere valori come la solidarietà e carità, il protagonista invita il lettore a conoscere le caratteristiche della propria cultura e quella delle altre persone, con l’obiettivo di vincere sull’egoismo e il disinteresse.
Ad accompagnare la narrazione, diverse attività e riflessioni, con particolare attenzione posta sulla valorizzazione delle culture presenti nelle sezioni della scuola. Il progetto ha avuto come prodotto finale la realizzazione di un video-racconto, in cui i bambini e le bambine della scuola italiana invitano coetanei congolesi a impegnarsi per proteggere insieme “il falò del mondo”, un bene comune costituito da tante fiamme di diverso colore, purtroppo in pericolo a causa di un potente vento alimentato da coloro che della pluralità interessa ben poco e che dunque rispondono con un forte sbuffo.
L’invito ad agire è stato colto dalla scuola Maison de Paix con un grande sorriso, lo stesso che nel mese di gennaio ha dato il benvenuto a un piccolo gruppo di ricerca dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, di cui ho fatto parte. Infatti, grazie all’associazione Sfera, di cui Maison de Paix è il principale progetto, e la Unesco Chair on Education for Human Development and Solidarity among People dell’Università Cattolica, è stato possibile conoscere i bambini e gli insegnanti della scuola congolese e insieme riflettere sui valori dell’educazione.
A seguito di alcune attività di prima conoscenza e presentazione del progetto, gli alunni hanno accettato con entusiasmo l’invito a proteggere le diversità: come prodotto finale hanno realizzato dei braccialetti con dei fili di cotone, dono per i coetanei della scuola italiana. Proprio come un girotondo, il bracciale è simbolo di un intreccio colorato ed è a sua volta un invito alla collaborazione, da portare sempre con sé. Inoltre, sono state rese partecipi del progetto anche le famiglie degli alunni: ogni studente ha potuto raccontare la storia del falò del mondo grazie a un piccolo libro personale, contenente i disegni realizzati nelle attività, e condividere con loro i valori della solidarietà, collaborazione e rispetto reciproco.
È vero, non serve prendere due aerei e percorrere chilometri in jeep per poter incontrare una cultura diversa dalla propria. Talvolta è però necessario uscire dalla propria zona di comfort, in punta di piedi spogliarsi da ogni preconcetto e pregiudizio, non tanto per trovare le giuste risposte ma per porsi le giuste domande. Siamo vittime e artefici di una società in cui prima di dare si pretende l’essere: forse è bene ricordare che spesso è il confronto con l’altro che ci aiuta a capire chi siamo. Il mio desiderio è che la scuola diventi questa piazza d'incontri e scambi, nella quale le bambine e i bambini sentano il bisogno di conoscere e conoscersi.
* 22 anni, di Lumezzane (Bs), studentessa al quinto anno del corso di laurea a ciclo unico in Scienze della formazione primaria, facoltà di Scienze della formazione, campus di Brescia