Dal portale e-commerce con prodotti certificati Halal per la comunità islamica alla piattaforma online B2B per il recruiting delle modelle, fino alla app mobile come alert per segnalare ai comuni situazioni di degrado o di rischio ambientale e antropico. Non mancano le nuove idee imprenditoriali agli studenti dell’Ateneo. E neppure i riconoscimenti e i premi.
Alcune di queste hanno vinto la quarta edizione di Dr. Start-upper, il percorso di promozione di nuove idee d’impresa, nato dalla collaborazione tra Università Cattolica e Camera di commercio di Milano. E poi c’è chi, come Bretmaps, oltre a questa competizione, si è aggiudicato pochi giorni fa altri premi: Youth in Action for SDGs, promosso da Fondazione Italiana Accenture e University Startup Competition, promosso da JA Italia, Fondazione Visa.
Creatività e spirito di iniziativa sono dunque la cifra che permette a molti studenti di tradurre le proprie idee in progetti imprenditoriali con tanto di business plan e dettagli sul possibile ingresso nel mercato. Con l’aiuto di un corso e di esperti di imprenditoria, gli studenti hanno tutti i supporti necessari per svilupparli, spesso districandosi contemporaneamente tra esami e tesi di laurea.
È il caso di Omar Vincenzo, Pietro Stazzera e Giorgio Agrifoglio, laureandi magistrali in Economics della facoltà di Economia, che hanno progettato Halal Made in Italy, il portale e-commerce che mette in comunicazione le aziende produttrici italiane con la sempre più ampia comunità islamica internazionale, attraverso cui le aziende possono vendere al dettaglio una vasta gamma di prodotti certificati halal altrimenti non reperibili dai consumatori. Ci sono infatti 400 aziende agro-alimentari certificate con accesso limitato al mercato italiano e europeo per prodotti caseari, carni, frutta, verdura, bevande, oli, caffè, pasta, riso ecc. Grazie all’appoggio del primo ente di certificazione halal italiano, la società avrà accesso alla lista e ai contatti delle aziende che offrono questo tipo di prodotti con la garanzia della qualità e della conformità ai più rigidi standard religiosi. Dapprima testata sulle città di Milano e Torino, la start-up mira a espandersi in tutta Italia e poi in Francia, paese ad alta densità musulmana.
Gaia Guadagnoli, Paola Alborno, Marica Biancotti, Martina Scrivani e Sara Vitale, studentesse della laurea magistrale in Politiche per la cooperazione internazionale allo sviluppo, hanno creato il loro sodalizio imprenditoriale tra un lezione e l’altra. Gaia è di Rieti, ha vissuto da protagonista l’emergenza del sisma che ha colpito il centro Italia e ha così immaginato di poter contribuire alla prevenzione di calamità come alluvioni e terremoti. Nasce così Bretmaps, terzo classificato a Dr. Start-upper, che ha come mission rendere più sostenibili e resilienti le comunità italiane soggette a rischio idrogeologico. La start-up ha sviluppato una app per smartphone che permette al cittadino di inviare al proprio Comune la segnalazione fotografica e georeferenziata di potenziali situazioni di pericolo. Un alert, insomma, per l’amministrazione che potrà prendere in carico gli avvertimenti di situazioni di degrado e di deterioramento infrastrutturale.
Smart e innovativa è anche l’idea di Icast, secondo progetto classificato al Dr. Start-upper, piattaforma B2B che si propone di snellire il processo di recruiting di modelle e modelli nel mercato del fashion riducendo, attraverso semplici filtri di ricerca, la durata della selezione da cinque giorni a pochi minuti. La start-up intende proporsi come intermediario tra le agenzie di moda, magazine e fotografi prima nella città di Milano e poi espandendosi a Parigi, Londra, Madrid e New York. Il fondatore del progetto è Sergio Pitrone, al secondo anno della laurea magistrale in Management per l’impresa.