Riccardo Ribera d'Alcalà«Per affrontare i problemi dell’immigrazione, della disoccupazione e dell’instabilità internazionale serve una maggiore presa di coscienza e un coinvolgimento dei cittadini dimostrando che l’Europa è la soluzione e non il problema». 
    
A pochi giorni dalle celebrazione per i 60 anni della firma dei Trattati di Roma, Riccardo Ribera d’Alcalà (nella foto), direttore della Direzione generale delle politiche interne al Parlamento europeo, è convinto che l’Europa abbia tutti i mezzi per superare le sfide che preoccupano i cittadini dei 27 stati membri dell’Unione. 

Ne ha parlato in un’aula Pio XI piena di studenti della facoltà di Scienze politiche e sociali, nella lectio inaugurale del modulo giuridico della scuola di dottorato in Istituzioni e Politiche per l’anno accademico 2016/2017. Una lezione di alto valore formativo perché Riccardo Ribera d’Alcalà lavora da più di 35 anni nelle istituzioni europee e conosce profondamente i meccanismi e le dinamiche dell’attività legislativa del Parlamento europeo. 

Nel suo intervento il direttore generale ha sottolineato il ruolo fondamentale che ha avuto l’assemblea di Strasburgo nel processo d’integrazione europea a partire dalla firma dei Trattati di Roma nel 1957. Ma l’entusiasmo per il sessantesimo anniversario stride con la realtà attuale. 

È sotto gli occhi di tutti che l’Europa stia vivendo un periodo di crisi. La Brexit, il forte e diffuso euroscetticismo e il problema delle migrazioni stanno mettendo a dura prova l’Unione, minacciando gli ideali dei padri fondatori che costruirono le fondamenta dell’Unione europea. 

«L’Europa dovrebbe cogliere l’occasione di questo anniversario per poter ripercorrere le fasi della Costituzione dell’Europa e poter prendere atto dei progressi compiuti e delle acquisizioni in 60 anni di integrazione europea, anche per poter guardare con onestà e con chiarezza a tutto ciò che ha funzionato». Per riconquistare la fiducia dei cittadini europei è necessario che all’interno di tutte le istituzioni europee «i 27 membri decidano di condividere la sovranità per affrontare insieme le sfide all’Unione e continuare quel processo di integrazione che ha guidato i padri fondatori ormai sessant’anni fa»

L'emiclico del Parlamento europeo