«È pensato per laureati triennali in fisica o discipline affini (es. ingegneria, scienze dei materiali), che vogliono sviluppare competenze multidisciplinari e di alto livello per intraprendere con successo carriere in aziende e start-up ad alto contenuto tecnologico e di innovazione o in società di consulenza per il trasferimento e l’innovazione tecnologica». Si presenta così il nuovo percorso in Physics for Technologies and Innovation promosso dalla facoltà di Scienze matematiche fisiche e naturali all'interno della magistrale in Fisica.
  
Come spiegano i fisici Claudio Giannetti, Fausto Borgonovi e Luigi Sangaletti, «il corso di studi è sostenuto da un network di aziende e società, coinvolte nel programma che offriranno spunti formativi e daranno la possibilità di svolgere stage e tesi di laurea su argomenti di ricerca, ma calati nella realtà produttiva». 
 
Quali sono le caratteristiche più importanti del nuovo percorso? «Il programma, erogato in lingua inglese, prevede, oltre a solide conoscenze di base di tipo scientifico/tecnologico nel campo della fisica, un’ampia scelta di corsi nelle discipline di Innovation Management e Data Science. Il percorso è estremamente flessibile e può essere declinato sugli interessi del singolo studente e in funzione dello stage e tesi di laurea finale che verranno svolti presso una delle aziende partner». 
 
Quali saranno gli obiettivi specifici del corso? «Cercheremo di fornire una conoscenza approfondita dei principi fisici (classici e quantistici) alla base degli sviluppi tecnologici dei prossimi anni, con un focus particolare su: elettronica, fotonica, nanotecnologie, optoelettronica, fotovoltaico e conversione di luce, tecnologie quantistiche. Non mancherà una solida conoscenza degli strumenti più diffusi di coding e programmazione per analizzare big data e delle tecniche basate sull’intelligenza artificiale per affrontare problemi tecnologici, di strategia o di business». 

Punto di forza della laurea in fisica è l’attività di ricerca condotta nei laboratori e la rete internazionale di collaborazioni. «Lo studente potrà arricchire il proprio bagaglio culturale sfruttando le importanti sinergie con le attività di ricerca internazionali di Ilamp, il centro di ricerca interdisciplinare sulla fisica dei materiali avanzati dell'ateneo, una collaborazione stretta con i corsi di laurea magistrale in Innovation and Technology Management e Applied Data Science for Banking and Finance dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e, infine, con il Dottorato Internazionale in Science dell’Università Cattolica del Sacro Cuore che ha sede proprio nel campus di Brescia e che coinvolge, oltre all’Università Cattolica, l’University of Notre-Dame (Usa), la KU di Leuven (Belgio) e la Pontificia Universidad del Cile. La possibilità di lavorare fianco a fianco con studenti con background in business/innovation/management e in data science, favorirà lo sviluppo delle competenze cross-disciplinari fondamentali per il successo nel mondo non accademico». 
 
Che tipo di figura andrà a formare? «In un mondo guidato dalle tecnologie e che cambia a velocità impressionanti, i protagonisti del futuro fonderanno il proprio successo non esclusivamente su conoscenze tecniche ma sulla capacità di applicare conoscenza e metodologie scientifiche a problemi reali in maniera flessibile, sulla curiosità intellettuale e sulla volontà di apprendere nuovi concetti e risolvere in maniera originale problemi complessi e multidisciplinari, sull’apertura alle nuove sfide e sulla capacità di guidare il cambiamento connesso allo sviluppo tecnologico». 
 
Qual è il settore a cui guardate con più attenzione? «Abbiamo ideato il nuovo percorso “Physics for Technologies and Innovation” per accompagnare gli studenti di fisica nel mondo non-accademico, fornendo gli strumenti trasversali per intraprendere carriere di responsabilità e coordinamento in piccole, medie o grandi imprese che sono costantemente alla ricerca di giovani talenti in grado di immaginare e sviluppare tecnologie rivoluzionarie e guidare processi di cambiamento del campo delle innovazioni tecnologiche». 
 
Ma il mercato è pronto ad accogliere questa nuova professionalità? «Il mercato è assolutamente pronto ad accogliere questo tipo di figure. Una prova è la recente formalizzazione della figura dell’Innovation Manager da parte del ministero dello Sviluppo economico come la figura chiave che guidi la trasformazione digitale e tecnologica di piccole, medie o grandi imprese. In particolare, l’Innovation manager si dovrebbe occupare dell’implementazione delle tecnologie abilitanti previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0 (nuovi materiali e tecniche per la manifattura avanzata; analisi dei dati; cloud computing; Artificial Intelligence and Machine Learning)». 
 
Che sbocchi concreti vi aspettate? «Per realizzare tutto ciò il corso di studi è supportato da Gefran, Accenture, Antares Vision e altre importanti aziende con cui stiamo definendo la collaborazione, che saranno direttamente coinvolte nella stesura e nella realizzazione di questo progetto ambizioso. Questa esperienza garantirà un rapido accesso al mondo del lavoro e delle realtà produttive basate sulle nuove tecnologie».