Gli strumenti normativi, interpretativi e applicativi usati fino a ieri potranno essere utili anche nei contenziosi medico-legali post Covid? Si potrà giudicare un errore medico commesso nell’attuale pandemia con gli stessi strumenti con cui sino ad ora si sono studiati e valutati i profili di responsabilità sanitaria? L’emergenza di un problema che non rientra in nessuno degli schemi scientifici attuali rappresenta un’opportunità di evoluzione o una sfida fatale per il modello promosso dalla Legge Gelli (L. 24/2017)?

Per rispondere a questi interrogativi è nato il webinar dal titolo “La responsabilità medica e delle strutture sanitarie al tempo del Covid-19”, che si è tenuto martedì 12 maggio alle ore 14 in diretta streaming dal sito internet del campus di Roma dell’Ateneo, promosso da Università Cattolica e Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli Irccs e patrocinato dalla Società Italiana di Medicina Legale (Simla), e dall’Ordine degli Avvocati e della Camera Penale di Roma.

«Nel prossimo futuro – spiega il professor Antonio Oliva, docente di Medicina legale all’Università Cattolica - quando l’emergenza sarà conclusa, sarà necessario tenere conto delle oggettive complessità che gravano oggi sull’operato sanitario: le difficoltà delle strutture sanitarie, dei decision maker e dei policy maker nel reperire risorse ed organizzare il lavoro nel contesto di una crisi di dimensioni planetarie e le difficoltà dei singoli operatori sanitari, trovatisi a fronteggiare un virus dalle dimensioni che non si conoscevano per nulla e che ancora oggi si conosce troppo poco. 

Da questo primo obiettivo l’idea di far dialogare i giuristi del Policlinico Gemelli e dell’Università Cattolica con esperti in campo sanitario, medico-legale e del risk management, da subito in prima linea nella riposta alla crisi, sull’attualità degli strumenti normativi, interpretativi e applicativi attualmente disponibili per giudicare la condotta professionale dei medici e delle strutture organizzative in condizioni di emergenza, sulle coordinate deontologiche che dovranno seguire avvocati e consulenti medico-legali e sulle possibili opportunità di evoluzione giuridica».

I lavori sono stati aperti dal saluto di Rocco Bellantone, preside della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica, Giovanni Scambia, direttore scientifico della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli Irccs, Antonino Galletti, presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, e Cesare Placanica, presidente della Camera Penale di Roma

All’incontro, moderato dai docenti della facoltà di medicina e chirurgia dell’Università Cattolica Vincenzo Pascali, docente di Medicina Legale, e Antonio Oliva, docente di Medicina Legale, e introdotto da Roberto Cauda, direttore del Dipartimento di Sicurezza e Bioetica della facoltà di Medicina e chirurgia dell’Ateneo, sono intervenuti Nunzia D’Elia, procuratore aggiunto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Roma, Matteo Caputo, docente di Diritto Penale alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica, Andrea Montagni, consigliere della Corte di Cassazione, Giulio Ponzanelli, docente di Diritto Privato alla facoltà di Giurisprudenza dell’ Università Cattolica, Marco Marazza, docente di Diritto del Lavoro alla facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica, Giuseppe Vetrugno, Risk Manager della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli Irccs, e Gaetano Scalise, avvocato penalista alla Camera Penale di Roma.

Le conclusioni sono state affidate a Mario Savini Nicci, avvocato civilista e docente della Scuola Specializzazione in Medicina Legale all’Università Cattolica.