* di Patrizia Catellani

Il professor Assunto Quadrio Aristarchi per molti psicologi sociali è stato un maestro, un collega e un amico. Un punto di riferimento per la psicologia sociale, in Università Cattolica e in Italia. Fu uno degli allievi più cari ed apprezzati di padre Gemelli e poi, dal 1961 fino al 2004, professore di psicologia nelle facoltà di Pedagogia e di Scienze Politiche. Per tanti anni direttore e punto di riferimento del Dipartimento di Psicologia, dal 2009 divenne professore emerito e assiduo frequentatore del Dipartimento. 

Come definire Assunto Quadrio in una parola? Direi curiosità. Quel che l’ha contraddistinto in tutti questi anni di attività come studioso e docente è sempre stata la sua continua e inesauribile curiosità, nella vita come nel lavoro. Una curiosità che l’ha portato a esplorare in profondità i legami tra la psicologia e le altre discipline, sempre con l'intento di contribuire al bene comune, di creare una scienza che sia al servizio del bene collettivo. Tra i primi in Italia si è occupato di discipline come la psicologia politica e la psicologia giuridica. Discipline che portano lo psicologo a occuparsi dell'individuo situato in un contesto sociale e politico ampio. E che portano i politici e gli operatori del diritto a occuparsi delle persone nel senso più profondo del termine, imparando a conoscere meglio anzitutto se stessi e i propri limiti, e poi le dinamiche cognitive, emotive e motivazionali che inducono le persone a comportarsi in un determinato modo. Un percorso non sempre facile quello di portare avanti e affermare la qualità e i meriti della psicologia sociale applicata, a lungo sottovalutata rispetto a quella considerata mainstream, eppure oggi ampiamente rivalutata nell'ottica di sviluppare conoscenze fondate teoricamente e al contempo utili per il progresso della società. Questa impresa è riuscita a Quadrio perché aveva una grande credibilità, una cultura ampia e trasversale e una capacità di dialogare con profitto anche con chi era portatore di competenze diverse dalle sue. 

Grazie alla sua curiosità contagiosa ho cominciato ad avere le stesse passioni, e questo ha poi caratterizzato tutta la mia attività di ricerca. Mi appassionava sia per i contenuti che discutevamo insieme, sia per le esperienze che mi trovavo a vivere, talvolta anche un po' allo sbaraglio, in contesti inesplorati, che però proprio per questo suscitavano tutto il mio entusiasmo.

Curiosità per Quadrio voleva dire anche parlare con tutti, ascoltare tutti, sempre con grande sensibilità, disponibilità, ironia e soprattutto autoironia. Come pochi altri era capace di proporre un'idea innovativa e dopo poco tornare su quella stessa idea e criticarla, vedendone i limiti e mettendosi in discussione. La sua passione scientifica è andata ben oltre il suo impegno accademico. Ad esempio nel 2016 ha messo a punto un nuovo volume di psicologia sociale affrontando con noi temi di frontiera, come la partecipazione politica online. 

Capitava ogni tanto che entrasse nella mia stanza di punto in bianco, magari dopo che non l'avevo visto per un bel pezzo, e mi chiedesse un parere su una questione, un'idea, un problema. A me piaceva interrompere quel che facevo perché mi incuriosiva sempre, seguivo il suo filo e mi appassionavo. Così mi piace ricordarlo e sono sicura che questo vale anche per molti colleghi, ai quali succedeva lo stesso, magari nei corridoi o nei chiostri della nostra Università. L’Università alla quale lui, insieme a tutti noi, ha dedicato una parte così importante della vita.

* Professore ordinario di Psicologia sociale in Università Cattolica