Anche l’Università Cattolica ha partecipato alla celebrazione dei vent’anni di fondazione dell’Ateneo intitolato al “Cardinal Stefan Wyszynski” di Varsavia, nato nel 1999 dalla trasformazione dell’Accademia teologica di Varsavia. Ed esattamente ottant’anni prima a Milano l’Università Cattolica compiva i suoi primi passi visto che proprio nel 1919 fu costituito l’Istituto di Studi superiori Giuseppe Toniolo, ente promotore e fondatore dell’ateneo cattolico.

In virtù di questa coincidenza e, soprattutto, dello stretto rapporto costruito negli anni tra i due atenei, l’Università Cattolica ha preso parte alla cerimonia che il 14 ottobre si è tenuta a Varsavia per celebrare l’importante compleanno dell’Università “Cardinal Stefan Wyszynski”. A rappresentare l’Ateneo e il rettore Franco Anelli ai grandi festeggiamenti è stato Pietro Cafaro, direttore del Dipartimento di Storia moderna e contemporanea e docente di Storia economica. All’evento erano presenti insieme al presidente della Repubblica di Polonia Andrzej Duda, altri rappresentanti del governo polacco, tra i quali il ministro della Sanità Łukasz Szumowski, il corpo diplomatico guidato dal nunzio apostolico arcivescovo Salvatore Pennacchio, i rappresentanti della Conferenza episcopale polacca con il Gran Cancelliere dell'Università, cardinal Kazimierz Nycz, gli esponenti delle autorità locali, delle università e delle istituzioni di scienza e cultura di Varsavia.

È stato proprio il professor Cafaro durante il suo intervento a mettere in relazione le figure di riferimento dei due atenei: il cardinal Stefan Wyszynski, che tra breve sarà proclamato beato, tra le maggiori figure del cattolicesimo polacco, e il beato Giuseppe Toniolo figura eminente del cattolicesimo italiano e ispiratore dell’idea di Università Cattolica.

Pur nelle peculiarità proprie di ogni istituzione scientifica ed educativa, il professor Cafaro ha messo in evidenza la condivisione tra le due università cattoliche delle finalità profonde sia nell’ambito della ricerca sia in quello della formazione: «Entrambe queste istituzioni, figlie della nazione polacca e della nazione italiana, hanno l’ambizione di contribuire a formare la classe dirigente non solo dei loro Paesi, ma della grande auspicata comunità europea». A proposito di Europa il docente di Storia economica ha citato l’esortazione di Giovanni Paolo II a un gruppo di studenti riuniti in San Pietro nel dicembre del 2001: «L’Europa ha bisogno di una nuova vitalità intellettuale. Una vitalità che proponga progetti di vita austera, capace di impegno e di sacrificio, semplice nelle sue legittime aspirazioni, lineare nelle sue realizzazioni, trasparente nei suoi comportamenti. È necessario un ardimento nuovo del pensiero, libero e creativo, pronto a cogliere, nella prospettiva della fede, le domande e le sfide che sorgono dalla vita, per farvi emergere con chiarezza le verità ultime dell’uomo. Siete come un simbolo dell’Europa che dovete insieme costruire».

Questa “vitalità intellettuale” era la stessa che, dopo la prima Guerra mondiale, animava i fondatori dell’Università Cattolica: «Quel ‘Cattolica’ posto decisamente nell’intitolazione e nel logo dell’Ateneo non voleva essere solamente l’indicazione di una ispirazione cristiana da perseguirsi, ma faceva riferimento preciso all’etimo greco del termine ‘katà òlos’, ‘relativo al tutto’ nell’intesa che la proposta educativa avrebbe dovuto essere completa, personalizzata, non limitata a favorire l’apprendimento di aride tecnicalità, ma volta a ‘forgiare’ tutto l’essere umano», ha osservato Cafaro.

La stessa logica dava ragione dell’intitolazione al Sacro Cuore di Gesù «fonte di ogni sapienza, una sapienza non limitata a una pur indispensabile razionalità scientifica, ma aperta alla concreta e complessa essenza di ogni persona, in una logica atta a favorire la relazione, il servizio agli altri, nella tensione verso un progetto d’amore».