di Paola Provenzano *

Camilleri in Ora dimmi di te (Bompiani 2018) si rivolge alla sua pronipotina Matilda, le affida pensieri e ricordi, si cala nelle sue memorie e le consegna delle immagini vive, da custodire. Non vuole siano altri a parlarle di lui, vuole raccontarsi. 

Tra gli incontri di una vita di cui la rende partecipe vi è quello con il professor Mario Apollonio, nostro docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore tra il ’42 e il ’71. È il 1955. L’occasione è il concorso per la selezione dei funzionari della neonata televisione italiana.

I concorrenti in tutti Italia furono diecimila. Agli scritti venimmo ammessi solo in centocinquanta. Sostenni gli orali a Roma, la commissione era presieduta da un grande storico del teatro e della letteratura, il professor Mario Apollonio - così scrive Camilleri in Ora dimmi di te -.

Apollonio e Camilleri intrattengono un lungo colloquio sui rapporti intercorrenti fra Jacques Copeau, André Gide e La Nouvelle Revue FranÇaise. L’esame diventa un fitto scambio di vedute, un incontro tra cultori del teatro e termina con una calorosa stretta di mano. 
“È stato un vero piacere conoscerla. Credo di interpretare il pensiero della commissione dichiarandole che ci rivedremo presto a Milano per il corso di formazione” - continua a raccontare Camilleri nel libro -.

Non s’incontrano più. Camilleri apprende con amarezza, la sera stessa, dall’amico comune, il regista Orazio Costa, di non aver passato la selezione. Costa aveva incontrato Apollonio che gli aveva espresso il rammarico per la decisione del presidente della RAI, ing. Filippo Guala, di escludere Camilleri. Motivazioni politiche, legate a informazioni ricevute sul suo conto inerenti a una sua trascorsa adesione al partito comunista.

Camilleri, si sa, entra alla RAI per altre vie, due anni dopo.

Di quell’esperienza, più che l’amarezza per la delusione, rimane stemperato dagli anni, per la sua Matilda, quel dialogo vivo, non inquinato da divergenze ideologiche, fra due uomini che pur partendo da terreni tanto differenti si erano ritrovati nella stessa passione per la parola viva e partecipata del teatro. Rimane la bellezza del riconoscersi.


* responsabile del Fondo Mario Apollonio dell’Archivio degli scrittori cattolici e in ricerca del Novecento (Centro Studi per la cultura e letteratura per l'Italia Unita)