Più sostenibili in termini economici e ambientali. E’ ciò che intende dimostrare la ricerca della facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali della Cattolica di Piacenza, che per quattro anni ha condotto uno studio sperimentale di concimazione intelligente dei vigneti, incrociando mappe satellitari, algoritmi matematici e rilievi di campo ottenendo, peraltro, risultati molto promettenti.

“La tecnologia corre veloce e spesso i tempi di una ricerca seria, capace di dare risultati attendibili, non possono essere immediati soprattutto trattando le specie arboree” sottolinea Matteo Gatti il ricercatore dell’Università Cattolica che ha sviluppato questo progetto.  “Tuttavia la ricerca che abbiamo condotto ha portato a dei risultati interessanti, che ci danno l’indicazione della via da percorrere per ottenere un vigneto equilibrato capace di garantire uve di buona qualità possibilmente contenendo i costi di produzione”.

La ricerca ha messo a confronto, nello stesso vigneto, tre sistemi di concimazione: una porzione del vigneto è stata lasciata senza concimazione, la seconda porzione è stata concimata secondo modalità tradizionali e la terza è stata trattata con un sistema di concimazione a rateo variabile, in grado di variare automaticamente la quantità di concime in funzione delle specifiche esigenze della pianta. “Questo è stato possibile grazie all’applicazione in vigneto delle soluzioni offerte dall’agricoltura di precisione: attraverso immagini multispettrali del vigneto studiato, abbiamo potuto calcolare gli indici di vigore e il potenziale di accrescimento delle piante collocate nelle diverse aree del vigneto. Abbiamo quindi prodotto delle mappe di vigore, individuando aree più vigorose e altre meno all’interno dello stesso appezzamento – spiega Gatti -.

Dall’incrocio di questi dati con l’osservazione diretta delle piante volta a descrivere le reali esigenze nutrizionali, abbiamo costruito delle mappe di prescrizione, capaci di indicare la quantità di concime necessario per ciascuna pianta. ” Una volta caricate in un software gestito da una centralina installata a bordo del trattore, le mappe georeferenziate ideate dai ricercatori della Cattolica segnalano allo spandiconcime la quantità esatta di prodotto necessario a ciascuna vite. “Obiettivo principale della ricerca è stato quello di valutare l’effettiva possibilità di favorire lo sviluppo, attraverso una concimazione mirata, di un vigneto omogeneo, che presenta ampi vantaggi in termini di produzione e vendita del prodotto finito”. In sintesi questa ricerca di lungo periodo fa propendere per l’utilità dell’applicazione di una concimazione mirata del vigneto: assicura la riduzione della quantità di concime necessario “producendo un indiscutibile vantaggio economico e ambientale” e favorisce concretamente il controllo del vigore delle piante, “assicurando un vigneto più omogeneo e una qualità finale del prodotto più elevata”.

Non è un caso dunque se l’agricoltura di precisione in questi ultimi anni è sempre più al centro dell’attenzione, sia internazionale che nazionale. “L’agricoltura di precisione è tra i temi prioritari fissati nell’ambito delle strategie di innovazione in agricoltura della Regione Emilia Romagna e di molte altre regioni del nostro paese, dato che l’aumento della competitività delle azienda agricole richiede costante adeguamento alle innovazioni tecnologiche via via disponibili” conclude Gatti.

Per approfondimenti

Pubblicazioni :

  • Poni S., Gatti M., Dosso P. (2013) - Fisiologia e viticoltura di precisione basata su dati da Remote Sensing: quale grado di parentela? Italus Hortus 20 (1), 15-30.
  • Gatti M. e Poni S. (2015) - Within-field variability and variable rate nitrogen fertilization in a Barbera vineyard (Italy). In Aleixandre Benavent J.L. e Giner Gonzálbez J.F. (Eds.) La viticultura de precisión en la mejora de la calidad del vino. UNIVERSITAT POLITÈCNICA DE VALÈNCIA. Pp. 16-29.

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