«A causa della pandemia da Covid-19 ci ritroviamo con le chiese vuote e a celebrare una Settimana Santa davvero speciale». Monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore offre alcune indicazioni su come prepararsi a vivere «tutte le celebrazioni del Triduo pasquale, le più importanti dell’anno liturgico». Una Pasqua inedita sotto i punti di vista e che certamente rappresenta «una novità assoluta che ha pochi precedenti nella storia, se non in casi particolari e rarissimi, ma non con una estensione così globalizzata», osserva l’assistente ecclesiastico generale dell’Ateneo.

Monsignor Giuliodori, come si concilia il senso del rito, che richiede la presenza, con le celebrazioni seguite a distanza? «Come prevede il Diritto canonico per ragioni eccezionali il popolo di Dio può essere esonerato dalla partecipazione diretta e dall’osservanza di determinati precetti legati alle celebrazioni liturgiche, come può essere la Messa domenicale. Con un decreto del 25 marzo la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha stabilito che in generale le celebrazioni si svolgano “senza concorso di popolo e in luogo adatto, evitando la concelebrazione e omettendo lo scambio della pace”. Poi per ogni Rito del Triduo ha dato specifiche indicazioni celebrative».

Assieme a radio e televisione tanti preti si sono affidati alle nuove tecnologie per restare in contatto con i fedeli. «In questo periodo, così diverso dall’ordinario, scopriamo altre modalità di partecipazione che, se non hanno tutte le dimensioni sacramentali che solo la presenza fisica può garantire, tra le principali il poter ricevere l’Eucaristia, non hanno minor valore dal punto di vista spirituale. Questa situazione, che impedisce di recarsi in Chiesa, consente però di recuperare e valorizzare la dimensione personale e familiare della preghiera. Inoltre i media offrono un ottimo supporto e suppliscono in larga parte all’impossibilità di costituire fisicamente l’assemblea liturgica».

La Messa in tv, prima solo per anziani e ammalati, oggi amplifica i riti, riunisce la famiglia e registra tassi di ascolto molto alti. Per quali ragioni? «In questo contesto i media si sono rivelati una vera e propria benedizione. Basta pensare a quanto accaduto il 27 marzo con la preghiera e la benedizione del Papa in una Piazza San Pietro totalmente vuota. Le immagini e le parole del Santo Padre sono arrivati a milioni di persone (solo in Italia 14 milioni che ne fanno la trasmissione di gran lunga più seguita dell’anno) suscitando riflessioni e sentimenti religiosi di straordinaria intensità che non hanno nulla da invidiare alle affollatissime celebrazioni che si svolgono abitualmente dentro il colonnato del Bernini».

Possiamo parlare di nuovi modi di vivere la propria fede? «La potenza dei media cambia indubbiamente anche la percezione e la rappresentazione del senso religioso. In qualche modo, soprattutto ora, amplifica l’espressione della fede che nella nostra epoca tende a restare privata e nascosta. Già il Direttorio sulle comunicazioni sociali (Cfr. nn. 64-65) aveva dato indicazioni precise sul valore e sugli accorgimenti da avere in ordine alle celebrazioni trasmesse attraverso i media. In questa circostanza l’Ufficio per le Comunicazioni Sociali della CEI, anche in vista della Settimana santa, ha dato ulteriori indicazioni, molto interessanti e ricche di spunti di riflessione sul rapporto media-liturgia (https://chiciseparera.chiesacattolica.it/celebrare-in-diretta-tv-o-instreaming/)».

Quali indicazioni o esortazioni ne derivano per la nostra comunità universitaria? «I cambiamenti sociali derivati dal rischio di contagio hanno avuto un grande impatto sul mondo universitario. Tutta l’attività didattica è stata “riconvertita” in telematica, pur sapendone i limiti, ma in questo momento è necessario dare continuità all’attività accademica. Da questo punto di vista la tecnologia informatica sta offrendo un grande supporto».

Come si svolge il servizio pastorale in questo periodo? «Abbiamo avviato una rubrica quotidiana sui social dell’Ateneo per offrire spunti di riflessione a partire dal Vangelo del giorno e gli assistenti dei Collegi proseguono da remoto le loro attività di accompagnamento spirituale. Anche i corsi di Teologia sono erogati attraverso gli strumenti informatici dell’Ateneo in modo che gli studenti possano proseguire integralmente la loro formazione».