Stefano Zamagni (Università degli studi di Bologna)
Questa nuovo modo di considerare l’innovazione è “sia path-specific che place-specific” perché è legata al territorio e alle metriche sociali e culturali. Ancora l’innovazione sociale sottolinea la dimensione sociale sia dei fini che dei mezzi, ed ha come prerequisito di ogni sua espressione il miglioramento della società nel suo complesso. Ma Zamagni ricorda anche che l’importanza principale dell’innovazione sociale è legata a quattro aspetti: il primo è il passaggio dal modello di organizzazione tayloristica della produzione ad uno post-tayloristico in cui le motivazioni intrinseche diventano molto più rilevanti; il secondo è il ruolo dell’innovazione sociale come mezzo per la promozione delle nuove classi deboli della società attuale, i reietti (“outcast”), gli espulsi dal sistema produttivo e sociopolitico, soprattutto nei paesi poveri ma anche nelle metropoli occidentali
Il terzo contributo della società civile per risolvere il dilemma della democrazia nel mondo di oggi, come cemento sociale per fare evolvere il rule of law e l’accountability democratica; infine l’innovazione sociale è necessaria per favorire il passaggio dal welfare state alla welfare society, dove Stato e privato sono rafforzate dalla società civile. Di qui l’urgenza di nuovi canali di finanziamento e modelli di management, attraverso i criteri della sussidiarietà circolare, come elemento di sintesi tra la sussidiarietà verticale (integrazione dei diversi livelli istituzionali: locale, regionale, statale e globale) orizzontale (integrazione degli attori dello stesso livello ma in diversi settori: economia, società e pubblica amministrazione). In tal modo l’innovazione sociale rende gli attori locali protagonisti ma allo stesso tempo garantisce controllo e giustizia.
Henry Etzkowitz (Stanford University, Usa)
Il padre della nozione di “tripla elica, ovvero della relazione sinergica tra imprese, Stato e Università nella promozione della conoscenza e dell’innovazione, ha ricordato come le “infrastrutture intellettuali legate a università, laboratori e centri di ricerca pubblici e privati della nostra epoca della conoscenza siano equivalenti alle infrastrutture fisiche dell’era industriale (strade e ponti) e richiedono nuovi modelli di finanziamento. Oggi per Etzkowitz prevale infatti il “paradosso dell'innovazione" per il quale i governi attuali cercano di superare la crisi con politiche di austerità riducendo così la spesa per l'innovazione, essenziale al contrario per la promozione di nuove industrie e nuovi posti di lavoro. Di qui la proposta di “Citizen Driven Innovation” ovvero forme sussidiarie e partecipate dal basso per stimolare e finanziare la ricerca e l’innovazione come accade in California con nuove forme di “imprenditorialità civile” grazie alla coalizione tra associazioni, università e Venture Capitalists.
David Audretsch (Indiana University, Usa)
Proprio a partire dal tema dell’imprenditorialità e del suo ruolo per l’innovazione tecnologica Audretsch, tra i più quotati studiosi al mondo sul tema dell’innovazione, ha enfatizzato l’influenza della dimensione umane e territoriale nei processi innovativi: i networks, le interazioni, il capitale sociale, l’identità locale e quindi ancora una volta del contesto territoriale. Di qui il bisogno di strategie di gestione strategica dei sistemi locali per promuovere e consolidare l’imprenditorialità ed il suo contributo alla produzione di ricchezza e benessere. Con l’esempio di Berlino che negli ultimi decenni non solo si è trasformata in modo impressionante dopo la riunificazione tedesca, migliorando la qualità della vita e degli insediamenti residenziali e produttivi, ma ha attivato politiche di attrazione turistica e culturale finalizzati anche a consolidare l’imprenditorialità diffusa, soprattutto giovanile e orientata all’innovazione tecnologica.