Cinque sessioni plenarie, 112 sessioni parallele con un titolo, Global Growth Agendas: Regions, Institutions and Sustainability che ben spiega i principali temi trattati: il benessere e la sostenibilità a partire dal locale, dalle regioni per proporre nuovi modelli di sviluppo più equo e compatibile con gli equilibri ecologici e sociali.
La Conferenza Europea 2015 di Regional Studies, che si è conclusa il 27 maggio, ha portato a Piacenza 430 ricercatori provenienti da 43 paesi del mondo, dall’Europa, da Cina, Brasile, India, Nuova Zelanda, Australia. Una prestigiosa occasione di studio e approfondimento con i massimi esperti del settore, che è diventata anche una preziosa opportunità per far conoscere la Cattolica di Piacenza e una straordinaria chance di marketing territoriale.
I vari keynote speaker che hanno stimolato il dibattito tra economisti, geografi, planners, sociologi e amministratori locali hanno fatto emergere tre idee forti, utili per un’agenda dello sviluppo globale a partire dal locale:
- l’importanza del contesto territoriale per promuovere il benessere e la felicità delle persone;
- il ruolo dell’innovazione sociale per rafforzare la capacità innovativa economica e tecnologica;
- l’urgenza di politiche dal basso sul tema dell’alimentazione e dei diritti.
Per quanto concerne il tema “Well-being, Quality of Life and Institutions: the Role of Territory”, nella sessione inaugurale coordinata dal professor Luigi Campiglio dell’Università Cattolica di Milano, John Helliwell (University of British Columbia in Canada e coeditore del World Happiness Report dell’Ocse) ha commentato la classifica internazionale della felicità.
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Nella sessione plenaria “Social Innovation for a Sustainable Regional Development”, coordinata da Nicola Bellini, un regionalista italiano apprezzato nel mondo per la sua attenzione alle politiche place-based e attualmente attivo in Francia all’Università di La Rochelle, Stefano Zamagni (Università di Bologna), uno tra i più apprezzati esperti al mondo di economia civile e del terzo settore, ha presentato una riflessione sull’innovazione sociale, nuovo concetto apparso per la prima volta nel 1998 nel testo di Antony Giddens “La terza via”.
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Infine nell’ultima sessione plenaria “Food, Energy and Rights: the territorial Approach”, Alessandro Colombo, direttore di Eupolis Lombardia, ha sottolineato come sui temi dell’Expo di Milano 2015, sia proprio la questione dei diritti il punto focale. Come dare accesso ai beni necessari a milioni di persone nel mondo? Come riorganizzare l’accesso ai servizi a persone di cittadinanza straniera o multipla? Come incidono in queste problematiche le riorganizzazioni istituzionali in corso in questi anni in Italia e in tanti paesi?
Sullo stesso tema è intervenuto Rob Vos, direttore della Divisione Protezione Sociale della Fao, ha ricordato come la produzione alimentare mondiale sia sufficiente per sfamare tutti e che l’obiettivo di dimezzare la povertà e la fame nel 2015 sia stato raggiunto, ma che circa 1 miliardo di persone continuano a vivere in condizioni di estrema povertà e 800 milioni di persone sono in una condizione di insicurezza alimentare.