È possibile trovare qualcosa di propositivo e di costruttivo nell’intreccio tra relazioni sociali e personal media? Perché la Chiesa dovrebbe abitare i nuovi media e trovare le modalità opportune e utili per farlo? Il capitale sociale, costituito dalla cultura civica, dalla fiducia nella comunità e dalla reciprocità tra le persone, quanto sopravvive nel digitale?

Su questi temi si sono confrontati sociologi, pedagogisti, psicologi ed economisti dell’Università Cattolica circa un “progetto di rilevante interesse per l’Ateneo” di durata triennale sul tema dei legami sociali e stili comunicativi di comunità.

Per inquadrare i temi della ricerca il 9 aprile si è, infatti, svolto un seminario su “Le relazioni sociali al tempo dei personal media nella realtà ecclesiale italiana. Soggetti, reti e opportunità di intervento pastorale, comunitario, educativo”.
Ha introdotto i lavori Lucia Boccacin, sociologa coordinatrice del progetto, riflettendo sull’intreccio tra relazioni sociali e nuovi media e sui rischi e le degenerazioni di una sovraesposizione alla comunicazione digitale.

Sugli stili comunicativi e le tecnologie di comunità Piercesare Rivoltella, docente di Didattica e Tecnologie dell’istruzione, ha ripreso il messaggio di Papa Francesco per la Giornata delle Comunicazioni sociali, dove si dice che il rapporto tra tecnologie e comunità è consegnato a un’oscillazione tra il like e l’amen, tra la leggerezza di un legame debole e la definitività di una adesione forte. Obiettivo del progetto, ha affermato, «è formare figure pastorali in grado di gestire gli strumenti digitali e di facilitare l’attivazione delle persone entro comunità di legami solidi».

Il sociologo dell’Università di Bologna, Pierpaolo Donati si è poi soffermato sulle relazioni sociali nell’era digitale. Numericamente le relazioni interpersonali sono aumentate grazie ai social ma spesso si tratta di rapporti superficiali che potrebbero essere trasformati e diventare più significativi se si condividesse qualcosa. Questo, infatti, è il senso della comunità. Nei nuovi media prevale l’identità sociale (chi sono io per gli altri) a scapito di quella personale (chi sono io per me). 

Infine sul tema della comunicazione digitale tra recessione educativa e sfida in campo aperto è intervenuto Mario Morcellini, commissario Agcom e consigliere alla comunicazione dell’Università La Sapienza di Roma, che ha sottolineato come «l’attrattività della nuova tecnologia risieda nella sensazione di onnipotenza, istantaneità e orientamento alla gratificazione del piacere che è in grado di regalare».