Le cronache di questi giorni di emergenza Coronavirus ci parlano di adolescenti e giovani dal comportamento irresponsabile di fronte alle opportune restrizioni imposte dalle autorità. Si tratta di trasgressioni al divieto di stare in casa, di incontrarsi in gruppo, magari anche di scherzi fuori luogo, approfittando delle chat, che scatenano panico e preoccupazioni.

In questi casi ci si chiede dove sono i genitori. La famiglia riesce a dimostrare autorevolezza e autorità? Le domande di senso degli adolescenti e i loro comportamenti scomposti possono essere accolti e approfonditi nella relazione con i genitori?

Abbiamo girato queste domande a Domenico Simeone, docente di Pedagogia generale nella facoltà di Scienze della formazione, campus bresciano dell’Università Cattolica. «L’attuale situazione ha cambiato gli scenari e spiazzato non solo gli adolescenti ma anche gli adulti, con il verificarsi di atteggiamenti non del tutto responsabili. Il Coronavirus è un nemico invisibile e ci si rende conto solo ora di quanto siano importanti alcune norme. Lo scenario è cambiato repentinamente nelle ultime due settimane e abbiamo maturato la consapevolezza della necessità di stare in casa anche per tutelare le persone a cui vogliamo bene. È questo un paradosso: tenerci lontani dalle persone a cui vogliamo bene, con una serie di fatiche che implicano cambiamenti profondi e radicali da parte di adolescenti che desiderano abitare spazi nuovi ed informali da condividere con gli amici e con le prime relazioni amorose. Venuta meno la scuola che consentiva questi contatti, ci si trova costretti tra le mura domestiche troppo anguste per tutti. Con gli adulti che lavorano per le loro aziende e uffici, i ragazzi connessi con la scuola o con gli amici, tocca ridisegnare la geometria delle case. Chi desiderava affrancarsi dalla famiglia ora ci deve coabitare 24 ore su 24».

Questo tempo difficile, però, si rivela gravido di opportunità e offre l’occasione di reimpostare le relazioni, riscoprendo nuove possibilità. «Genitori e figli – afferma il professor Simeone – sono ora costretti a guardarsi negli occhi, a parlarsi, ad ascoltarsi. Risulta modificata anche la percezione che si ha della tecnologia e dei social, che ci permettono di rimanere in comunicazione col mondo. Prima prevaleva la diffidenza e la sensazione di pericolo, oggi se ne loda la grande opportunità di costruire legami e mantenere rapporti, oltre che per l’apprendimento e il lavoro a distanza. Insomma aiutano a vedere l’altra faccia di un mondo complesso che raccoglie opportunità e contraddizioni. Ecco allora l’importante capacità degli adulti di contenere paure e ansie, e di guardare al futuro con speranza».

L’augurio del professor Simeone è quello di vivere con intelligenza questo tempo inedito dell’educazione, che non è solo di attesa che tutto finisca bene, ma va pienamente vissuto per le opportunità che può offrire nel costruire una nuova ritualità nella gestione dei tempi familiari.

Anche il mondo della scuola non è esente da responsabilità educative in questi giorni, per stigmatizzare atteggiamenti che hanno il sapore della sfida, tanto che le tv e i social hanno dovuto far entrare in azione vari testimonial per ottenere un effetto se non educativo quanto meno dissuasivo.

Pierpaolo Triani, docente di Pedagogia generale nella facoltà di Scienze della formazione, campus di Piacenza dell’Ateneo, osserva che all’inizio i ragazzi ma anche gli adulti, hanno sottovalutato l’emergenza. «Il fatto che i giovani non corrono grandi rischi di ammalarsi li fa sentire più sicuri e questo ha provocato alcuni atteggiamenti di irresponsabilità e sfrontatezza. Ora, con una maggiore strutturazione della didattica on line, i ragazzi hanno preso consapevolezza della situazione. La maggior parte di loro sta reagendo con serietà, anzi colgo un desiderio di essere accompagnati in questo percorso, che li tiene occupati nei compiti e nel confronto con gli educatori. La possibilità di avere contatti e impegni scolastici consente di vivere meglio la forzata permanenza in casa».

Ne deriva l’importanza della scuola che anche a distanza consente appuntamenti di riflessione, occasioni di studio, tempo dedicato ai compiti. Inoltre allevia la difficile convivenza familiare giornaliera, in tempi in cui occorre anche regolare con un calendario le connessioni on line. Quando l’autorevolezza dei genitori si ferma di fronte alla libertà dei figli, una scuola che stimoli adeguatamente e impegni con compiti e riflessioni, aiuta ad evitare comportamenti a rischio e a prendere consapevolezza di situazioni gravi e di gesti sconsiderati che peraltro ricadrebbero su genitori e nonni.