* di Giacomo Taggi

Pianificazione e possibilità di investimenti pressoché illimitata sono le parole chiave dello sviluppo del cinema cinese e del Paese in generale. L’abbiamo capito appena arrivati a Shanghai la mattina del 16 aprile con il gruppo del master in International Screenwriting and Production, diretto da Armando Fumagalli.

Con noi ci sono anche un team di giovani professionisti e studenti in gran parte diplomati al master, Airaldo Piva, ad di Hengdian Group Europe, Laura Cotta Ramosino di Cattleya, il vicedirettore di RaiFiction Francesco Nardella, e Giovanni Altieri, responsabile coproduzioni internazionali di Mediaset.

Con questo viaggio (sostenuto anche dall’Istituto Confucio della nostra Università) vogliamo conoscere la realtà formativa e produttiva cinese nel campo dell’audiovisivo.

Il primo dei nostri appuntamenti è con lo Shanghai Film Group, grande holding che comprende diverse società che seguono la produzione, la distribuzione e gli esercenti delle sale cinematografiche, in una catena che collega tutte le varie fasi della vita di un film. Il gruppo possiede circa duecento schermi in tutta la Cina, e produce circa 20 film, 50 film per la televisione ed 800 episodi di serie tv all'anno.

Ci dedichiamo poi alle università a cominciare dalla Shanghai Film Academy, parte della Shanghai University, e una delle più prestigiose nell'industria cinematografica cinese, e dalla Shanghai Vancouver Film School, una scuola piuttosto giovane, fondata in sinergia tra il governo municipale di Shanghai e la Vancouver Film School. Il modello che offre si distingue per la sua celerità: la formazione dura soltanto un anno per permettere agli studenti di entrare nel mercato del lavoro.

Da Shanghai arriviamo a Hangzhou per visitare la Zhejiang University of Media and Communications. Fondata nel 1984, è specializzata nella formazione di talenti destinati all'industria mediatica e della comunicazione e vanta una forte connessione con l'industria audiovisiva: tecnologie e investimenti da far impallidire quelli delle migliori Università mondiali. A Hangzhou abbiamo l'onore di incontrare il maestro Ni Zhen, sceneggiatore di uno dei grandi successi internazionali del cinema cinese, Lanterne Rosse, e stimato professore per molti anni della Film Academy di Pechino.

E finalmente scopriamo gli Hengdian World Studios, il cuore del nostro viaggio. Capire la realtà di quella che viene definita la “Hollywood d'Oriente” non è facile finché non la si vede. Fondati nel 1996, sono semplicemente i più grandi Studios del mondo. Sorgono vicino ad una città di 140.000 abitanti, un piccolo borgo per gli standard cinesi. Alla fine degli anni ‘70, quando il fondatore di quello che sarà il futuro Hengdian Group, Xu Wenrong muove i primi passi nel mercato della seta, l'economia della città è prevalentemente agricola.

Circa venti anni più tardi, viene ricostruita la Hong Kong della prima metà dell'800 per la ripresa del film La Guerra dell'Oppio. A quel tempo, nemmeno l'Hengdian Group immaginava che gli Studios sarebbero diventati quello che sono oggi: centinaia e centinaia di ettari di terreno su cui sorgono le location più diverse – da una ricostruzione di parte della Città Proibita, a numerosi templi caratteristici, da un intero castello antico a quartieri della Cina degli anni ‘30– tutte costruite in cemento armato in scala 1:1.

Questa è forse la cosa più impressionante. Chi ha visitato Hollywood o Cinecittà sa bene che lì la magia del cinema è separata dal dietro le quinte da un sottile strato di cartapesta, mentre qui si può passeggiare in lungo e in largo come se fossero città reali. Oltre a ospitare numerose produzioni cinematografiche, gli Studios sono anche un parco a tema gettonatissimo da visitatori che si contano nell'ordine di quasi venti milioni l’anno.

A Pechino, infine, visitiamo la Beijing Film Academy, vero e proprio tempio del cinema cinese, da cui sono usciti tutti i più grandi maestri delle ultime decadi, compreso Zhang Yimou. La scuola ha in totale 3500 studenti ma la selezione è durissima visto il numero di richieste.

Ed eccoci di ritorno dopo la visita turistica della città. In valigia portiamo con noi tantissimi ricordi, e la consapevolezza di aver vissuto una esperienza a suo modo unica, che ci ha permesso di conoscere la Cina eppure al tempo stesso di aver soltanto sfiorato la superficie di una cultura ed un mondo complessi e sfaccettati come solo quelli che hanno una storia millenaria, e pure ancora tutta da scrivere, possono essere.


* neodiplomato al Master in International Screenwriting and Production