«La finanza per il clima sta cambiando il sistema finanziario; banche, supervisori finanziari, banche centrali stanno muovendo verso l’inclusione del rischio climatico nelle loro decisioni di allocazione dei fondi. Un cambiamento molto radicale e molto importante che può cambiare il gioco a sostegno della sostenibilità del clima». Lo ha dichiarato Roberto Zoboli (a sinistra nella foto), docente di Politica economica alla facoltà di Scienze politiche e sociali dell'Università Cattolica, nel corso dell’incontro sul tema “Cambiamento climatico ed energia rinnovabile: approcci integrati, strumenti ed esperienze di cooperazione allo sviluppo”, nell’ambito della 40esima edizione del Meeting per l’Amicizia fra i Popoli di Rimini.

All’incontro, ospitato dall’Arena internazionale del Padiglione 3, hanno partecipato, con il professor Zoboli, Alessandro Galimberti, AVSI, Focal Point Climate Change; Marco Margheri, presidente del World Energy Council – Italia; Francesca Oliva, AVSI, Focal Person for Energy and Social Entrepreneurship Initiatives, introdotti da Stefano Signore, Capo unità per Energia sostenibile e Cambiamento climatico, Commissione Europea DG DEVCO.

«Finanza e tecnologia sono due pilastri fondamentali delle politiche per il cambiamento climatico fin dagli anni ’90, dalla Prima convenzione quadro sugli aumenti climatici» ha affermato il professor Zoboli. «Il sistema della finanza per il clima si è poi sviluppato sulla base degli impegni dell’innovazione da parte di Paesi industriali avanzati verso Paesi in via di sviluppo che si impegnassero a partecipare a politiche climatiche e ha raggiunto negli ultimi anni un’articolazione straordinariamente complessa in cui sono operative trenta organizzazioni internazionali, 21 diversi fondi multilaterali e bilaterali. La svolta rispetto a questa situazione caotica è l’attivazione dei Green Climate Fund».

Secondo il professor Zoboli ci sono altri aspetti del sistema finanziario rispetto al clima che sono particolarmente nuovi e interessanti e che riguardano la preoccupazione dei finanziatori, gestori di banche, supervisori finanziari per i rischi climatici degli asset che finanziano. «Stiamo assistendo a un cambiamento di atteggiamento molto veloce del sistema finanziario che non vuole più finanziare attività che siano esposte a rischi climatici e preferisce sostenere attività che vanno nella direzione di aumentare la resilienza. Un cambiamento molto radicale e molto importante che può cambiare il ruolo a sostegno della sostenibilità del clima».

Nei giorni del Meeting un ricco parterre di docenti dell’Università Cattolica è ospite degli incontri presso l’Arena internazionale del Padiglione 3 sulle grandi questioni relative alla cooperazione e alla solidarietà internazionale. Fino al 22 agosto si alterneranno interventi a partire dal clima e dal lavoro, fino ai diritti e i doveri, alla pace e all’inclusione, al nesso tra società e religione cattolica.