di Sara Siddi *
Ho partecipato alla Summer School Transkills nell’estate del 2016 quando, avviandomi verso la fine del mio percorso di dottorato, iniziai a percepire con sempre più forza l’esigenza di riflettere in maniera più sistematica e profonda sulla strada che avrei scelto di intraprendere al termine di questo percorso.
Che ci si immagini il proprio futuro professionale all’interno del mondo universitario o in ambiente extra-accademico, gli anni di ricerca e formazione del dottorato possono avere un impatto determinante nella crescita professionale di un giovane ricercatore. Spesso accade che, ripiegati su se stessi e sul proprio progetto di ricerca, ci si dimentichi del più ampio contesto all’interno del quale si opera e sul quale la stessa ricerca può avere un impatto. Avere quindi la possibilità di sperimentare nuove opportunità di crescita – professionale e personale – avendo come punto centrale il proprio ruolo di ricercatori e come orizzonte le diverse possibilità di applicazione, può risultare un grande valore aggiunto.
La Summer School TranSkills è proprio questo, un’opportunità di lavorare su stessi e sul proprio percorso di studio e ricerca, coltivando tutte quelle competenze trasversali che – al di là della propria specifica disciplina – possono aiutare un giovane ricercatore a valorizzare e rafforzare il proprio profilo. Parole come “transdisciplinarietà”, “career management” o “personal branding”, di cui molto si parla ma che spesso rimangono vaghe, vengono riempite di contenuti, contestualizzate e personalizzate.
Si inizia a riflettere in termini concreti su ciò che già si sta costruendo e su come questo si possa migliorare, in un’ottica mista di ricerca continua – di opportunità, sfide e connessioni – da un lato e di investimento di lungo periodo dall’altro. In questo modo, il percorso di dottorato non si esaurisce nel solo progetto di ricerca – per quanto centrale questo continui ad essere – ma diventa un periodo di lavoro, formazione e ricerca a 360°, non fine a se stesso ma base e trampolino di lancio per lo sviluppo professionale.
Poter affrontare tematiche complesse, sfaccettate e di forte rilevanza attuale come queste, in un ambiente serio e professionale ma al contempo informale, favorisce anche il confronto aperto e produttivo con persone – che siano docenti, professionisti o altri giovani ricercatori e dottorandi – il cui comune denominatore è l’interesse e l’amore per la ricerca, in tutte le sue forme e declinazioni.
I giorni passati a Villa Vigoni sono stati per me un’esperienza di crescita, riflessione, pianificazione e dialogo, che mi ha aiutato a ripartire con ancora più energia nel lavoro di ogni giorno e con rinnovato entusiasmo per ciò che il futuro può offrirmi.
* Dottoressa di ricerca in Istituzioni e politiche