Mettiti nei miei panni” è l’invito che gli studenti con disabilità dell’Università Cattolica rivolgono a tutta la popolazione universitaria dell’ateneo ormai da otto anni a Milano nel mese di maggio e da tre nella sede piacentina.

Quest’anno l’appuntamento nel campus di Milano si terrà mercoledì 8 maggio 2019 dalle ore 9 alle 16 nei chiostri di largo Gemelli.

Il progetto si propone di sensibilizzare il mondo accademico sulle tematiche della disabilità per promuovere e valorizzare il processo di inclusione degli studenti che utilizzano i Servizi per l’integrazione dell’ateneo cattolico attraverso lo sviluppo di una coscienza civile, attiva e consapevole. 

Questa iniziativa riveste un’importante valenza educativa perché conduce i partecipanti a compiere, con la sola iniziale presenza, un atto di responsabilità attiva, di giustizia e di conoscenza. 

L’intervento di formazione si propone, infatti, di offrire spunti di riflessione ed elaborazione critica attivando, attraverso l’attività di role taking, un coinvolgimento emotivo, possibile fonte di stimolo per la rielaborazione, a posteriori, dell’auspicata riflessione critica circa i temi dell’inclusione. 

È così che "Mettiti nei miei panni", vera best practice che si innesta sul modello italiano di partecipazione attiva, diventa un’esperienza significativa, emotivamente “intrusiva” poiché la differenza interroga ciò che si è. Nel solco di tale buona prassi - che ha da sempre riscontrato largo consenso e partecipazione - l’inclusione, riconoscimento della dignità e dei bisogni di ciascuno, diventa finalità, approccio e processo allo stesso tempo. 

I percorsi di role taking di “Mettiti nei miei panni”, seppur limitati e limitanti per la stessa natura della simulazione, danno la possibilità ai partecipanti, non solo di “sperimentare” la disabilità in prima persona (seduti in carrozzina, bendati o davanti a un’esperienza uditiva deprivata), ma anche di sperimentare il ruolo di “accompagnatori”, momento significativo di solidarietà. 

Vero obiettivo della manifestazione è porre l’accento sulle capacità ma anche sulle difficoltà quotidiane sperimentate dagli studenti con disabilità: risorse e limiti, quindi, da far conoscere ai partecipanti. 

Il riconoscimento del limite (difficoltà) come elemento costitutivo dell’identità umana non ne inficia il valore ma rende più preziosa la complessità in cui la vita si esprime; il limite, infatti, è insito nell’uomo così come la voglia di poterlo oltrepassare, ed è con iniziative come questa che la diversità pone la questione di un’identità individuale e di un’appartenenza all’umano.

La formazione che “Mettiti nei miei panni” rappresenta per la popolazione tutta, sia essa quella studentesca, il personale accademico e tecnico-amministrativo è la chiave vincente per un’università a misura di tutti, affinché si possa agire con competenza e nell’unitarietà d’intenti, tenendo conto delle particolari esigenze di ognuno, per costruire relazioni significative nella dimensione dell’alterità che non conosce confini. 
Dalla rilevazione dell’indice di gradimento - dati statistici -, si evince, infatti, la validità di tale iniziativa ai fini dell’abbattimento delle barriere architettoniche, culturali e didattiche.