Il 3 e 4 dicembre 2015, per iniziativa dell’Archivio per la storia dell’educazione in Italia in collaborazione con la Diocesi di Brescia, si tiene nella sede di Brescia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (via Trieste 17) un convegno scientifico su papa Paolo VI in occasione dell’anno della sua beatificazione. Il convegno, che sarà aperto dalla parole di saluto del rettore dell’Università Cattolica Franco Anelli, del vescovo di Brescia monsignor Luciano Monari e dell’assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica monsignor Claudio Giuliodori è dedicato al tema: Montini – Paolo VI: la missione di educare nella Chiesa del Vaticano II

Al centro del convegno la particolare attenzione educativa di Montini dagli anni della Fuci al suo episcopato milanese fino al periodo del suo pontificato. In tale prospettiva il convegno prevede una prima parte, in cui, con il contributo di Nicola Antonetti, Luciano Caimi e don Angelo Maffeis, si vaglieranno le modalità con cui Giovanni Battista Montini ebbe modo di applicare la sua sensibilità educativa in rapporto alle diverse circostanze in cui fu chiamato a operare. 

Ma la due giorni di studio intende anche far luce sul contributo con cui, soprattutto nelle sue responsabilità di pontefice, concorse a incentivare nella vita della Chiesa un nuovo impegno educativo. 

«Nuovo non solo nello stile, nella metodologia, nella didattica pastorale - spiega il professor Luciano Pazzaglia, tra i promotori dell’iniziativa - ma nuovo anche negli ambiti (per esempio, l’impegno di Montini per la pace) nei quali egli stimava che la Chiesa dovesse portare la propria opera pedagogica per il grave compito che, nella sua vocazione di madre, aveva di annunziare a tutti gli uomini la verità di Cristo e, al tempo stesso, di sostenere il bene della società terrena e di edificare un mondo più umano. Una Chiesa, dunque, non solo “madre e maestra” (mater et magistra) come la definì il suo predecessore, ma intrinsecamente maestra a motivo della sua maternità amorevole (mater est magistra)».

«Se Montini poté accedere a questa visione, lo dovette non solo alle suggestioni della pastorale calda e generosa di Giovanni XXIII, ma anche, e soprattutto, ai nuovi orizzonti aperti dal Concilio Vaticano II, alla cui riuscita Paolo VI doveva, per altro, recare un contributo di fondamentale importanza», fa notare il professor Pazzaglia.

Fu precisamente tra la seconda e la terza sessione conciliare che egli redasse la grande enciclica Ecclesiam suam che avrebbe fatto da supporto al suo magistero successivo. Gli studiosi - secondo il direttore dell’Archivio per la storia dell’educazione in Italia - insistono giustamente nel rilevare come il motivo ispiratore del documento fosse l’ideale e la prospettiva della Chiesa del dialogo: una Chiesa che avrebbe cioè dovuto rinunciare agli anatemi e alle condanne e che, per fedeltà al rapporto dialogico instaurato da Dio padre con gli uomini, era a sua volta chiamata a instaurare un dialogo con il mondo: «La Chiesa – egli scriveva – deve venire a dialogo col mondo in cui si trova a vivere. La Chiesa si fa parola; la Chiesa si fa messaggio; la Chiesa si fa colloquio» (ES 67). 

Ma se il dialogo era senza dubbio la chiave di volta dell’Ecclesiam suam, il documento mostrava altresì come la Chiesa, per trovare ascolto presso l’umanità e trasmettere il vangelo di Cristo, dovesse riappropriarsi dello spirito di povertà e di carità. Solo così essa avrebbe potuto entrare a colloquio con gli uomini – con tutti gli uomini e non solo con i credenti in Dio – e sollecitarli a intrattenere tra di loro relazioni fondate sull’amore e sulla giustizia. 

In questa luce, dopo aver messo a fuoco l’itinerario intellettuale e spirituale del pontefice attraverso le tappe più significative della sua vita e richiamata l’attenzione sulla Chiesa del dialogo (Andrea Riccardi), l’incontro di studio passerà a scandagliare il lavoro compiuto da papa Montini per aiutare la comunità ecclesiale a maturare questa sensibilità dialogica e pedagogica nei più diversi campi. 

Prima di tutto ad intra, promovendo o rafforzando strutture come la Congregazione per l’educazione cattolica (su cui si soffermerà monsignor Vincenzo Zani, attuale segretario della Congregazione), realtà come la famiglia (Luigi Pati) e il laicato cattolico (Marco Vergottini), strumenti come l’azione liturgica (don Pierangelo Chiaramello), o insistendo su dimensioni particolarmente significative come l’amicizia quale luogo privilegiato di reciprocità educativa (Xenio Toscani) o la presenza del Maestro interiore nelle pieghe più riposte della coscienza di ogni uomo (Giuseppe Tognon). 

Ma il convengo si ripromette, altresì, di approfondire l’allargamento delle preoccupazioni di papa Montini ad extra, sollecitando la Chiesa a prendere consapevolezza delle sue responsabilità educative in rapporto ad aspetti come la vita socio-politica (Agostino Giovagnoli), la cultura e l’università (Angelo Bianchi), il mondo del lavoro (Mario Taccolini), la pace fra le nazioni (Fulvio De Giorgi). 

Il convegno si concluderà con una tavola rotonda cui recheranno il loro contributo il rettore della Libera università Maria Assunta Francesco Bonini, il direttore della Fondazione per le Scienze religiose Giovanni XXIII Alberto Melloni e il direttore dell’Archivio per la storia dell’educazione in Italia Luciano Pazzaglia