Dal cibo fermentato di nuova concezione per vegani ai nuovi genotipi di vite e pomodoro resistenti a siccità e parassiti. Sono quattro i progetti finanziati dal Fondo europeo di sviluppo regionale (Por Fesr), che i centri di ricerca della facoltà di Scienze agrarie alimentari e ambientali BioDna e Crast, accreditati nella rete di alta tecnologia della Regione Emilia Romagna, si sono aggiudicati per il periodo 2014-2020, per un totale di oltre 2 milioni di euro. I progetti puntano sui settori chiave della ricerca della facoltà piacentina: sostenibilità, innovazione nella filiera agro-alimentare “from farm to fork”, biotecnologie, miglioramento qualitativo e igienico-sanitario dei cibi.
Su vite e pomodoro, colture di importanza strategica per il made in Italy, punterà il progetto Genbacca, che ambisce a verificare l’efficacia di nuovi genotipi per mitigare, in modo permanente e sostenibile, gli effetti negativi derivanti dalla siccità e dall’attacco dei parassiti attraverso un approccio multidisciplinare, che affianca gli aspetti genetici a quelli relativi alla tecnica colturale e all’esame della qualità del prodotto.
La viticoltura sarà al centro del progetto Nutrivigna. Gestione di precisione della nutrizione minerale del vigneto, che integrerà diverse azioni a sostegno della ricerca industriale strategica: saranno sviluppate tecniche di osservazione spettrale in viticoltura di precisione (sensori ottici montati su macchina operatrice, droni e satelliti di osservazione terrestre) e sistemi di supporto alle decisioni, per fertilizzare in maniera mirata e variabile all'interno del vigneto in funzione delle caratteristiche del terreno.
Mo.Re.Farming porterà alla creazione di una piattaforma di raccolta e gestione dei dati territoriali e aziendali per fornire all’agricoltore un supporto per promuovere un’agricoltura più sostenibile mediante le tecniche dell'agricoltura di precisione.
Nel progetto “Collezioni microbiche regionali: la biodiversità al servizio dell’industria agroalimentare” l’attenzione sarà centrata sullo sfruttamento della biodiversità delle collezioni microbiche di quattro laboratori della rete Alta Tecnologia della Regione Emilia Romagna (tra cui il Centro di ricerca BioDna della Cattolica). L’obiettivo è quello di rendere più riconoscibili i prodotti alimentari della tradizione, ampliare la shelf life di alcuni cibi, migliorare gusto e resa nella produzione dei formaggi freschi, rendere più riconoscibili, sicuri e sani alcuni salumi regionali. E ottenere un alimento fermentato di nuova concezione per consumatori vegani e vegetariani.