di Pasquale Ancona e Claudio Rosa

Il tempo. Troppo per chi aspetta, poco per chi è felice. Oggettivo se ce n’è uno, al suo interno rivela però una sfera soggettiva tutt’altro da trascurare. È questa la grande sfida accettata dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e in particolare da un gruppo di studenti dell’Ateneo: creare un evento che trattasse unicamente del tempo. 

Un TEDx, nominato per l’appunto “Time”, che andrà in scena domenica 1° marzo nella sede del Sole 24 Ore. «Vorrei portare coloro che vengono ad ascoltarci a interrogarsi, a porsi delle domande riguardanti le classiche tematiche del tempo» spiega Ciro De Florio, docente di Logica e Filosofia della Scienza, tra gli speaker dell’evento. «Per esempio, se il tempo scorre davvero oppure no, se esiste il futuro, se esso è determinato o ramificato, se è possibile viaggiare nel tempo e se è possibile modificare il passato». 

Tanti i temi trattati nel corso della giornata, dall’arte al food, ambiente, economia, fino ad arrivare alla giurisprudenza e all’intelligenza artificiale: «Proverò a riflettere su quali siano le sfide che il diritto penale, che tradizionalmente risponde ad azioni o omissioni “umane”, deve affrontare se e quando un determinato fatto illecito viene commesso a seguito di una decisione presa autonomamente da un sistema di intelligenza artificiale»: questo il programma di Ennio Alagia, docente di Privacy and Security dell’Ateneo. «Penso a un incidente mortale dettato da una “scelta” di una macchina a guida autonoma». Un evento dunque, nel quale racchiudere in un’unica parola – Time – tutte le sfumature e le angolazioni nel quale questo argomento può essere declinato. È dunque il tempo l’ultimo limite invalicabile dell’uomo, «un grandissimo valore», usando le parole di De Florio, «e sarebbe un grosso errore non considerare questa sua caratteristica unica».

Ne abbiamo parlato con chi ha ideato e promosso l’evento, gli studenti dell’Università Cattolica Matteo Scalabrini e Matteo Bonadies.

Matteo Scalabrini: Perché abbiamo deciso di fare questo TEDx? 

Matteo Bonadies: Bella domanda. È successo a gennaio 2019, davanti una birra. Ci sono stati diversi motivi: il primo è che il prossimo anno sarà il centenario della Cattolica, e in 100 anni un TEDx non è mai stato fatto. Poi perché noi studiamo Innovation and technology Management, e ogni giorno siamo bombardati da temi come innovazione, intelligenza artificiale robotica, e il TEDx alla base ha proprio il concetto di diffondere idee innovative. Noi ci siamo resi conto che moltissima gente non è a conoscenza del cambiamento che stiamo vivendo, quindi il TEDx doveva essere un modo per far conoscere questa innovazione. Infatti gli speech riguarderanno tutti questo ambito e avranno il compito di far riflettere la gente sulle nuove tematiche. 

Matteo Scalabrini: Infatti il tema che abbiamo scelto è il tempo, e tutti si staranno chiedendo cosa c’entra il tempo con l’innovazione. 

Matteo Bonadies: Il tempo è una tematica molto ampia che fa riflettere. Nel nostro talk, ogni speaker deve portare una nuova idea sul mondo, un nuovo punto di vista, e non si può parlare di roba antica che non porti niente di nuovo. Noi abbiamo scelto il tempo perché ci siamo resi conto che è una tematica non molto trattata, che ci coinvolge e ci riguarda, che fa parte della nostra vita. Non ce ne rendiamo conto ma tutta la nostra esistenza è scandita dal tempo: la causa di moltissimi nostri problemi, oggi, è la mancanza di tempo, proprio perché è l’unica variabile definita che non possiamo modificare. E quindi alla fine siamo arrivati al tempo perché per noi è il main trigger dell’innovazione.

Matteo Scalabrini: E perché ci serviva una scusa per mettere “Time” dei Pink Floyd. No, scherzi a parte, un’altra cosa che aggiungerei è il fatto che quando nei primi incontri che abbiamo fatto per decidere il tema, il preside della facoltà di Economia, Domenico Bodega, ha tenuto a sottolineare che il punto di forza della Cattolica è la sua multidisciplinarietà. È un’università così grande che ricopre tutte le dimensioni del sapere: dalla medicina alla comunicazione, l’economia, le scienze fisiche e matematiche, la giurisprudenza e le arti. Per questo motivo abbiamo voluto confrontarci con 10 speaker, ognuno che ci racconti una di queste tematiche.

Matteo Bonadies: Mi sono ricordato come è uscito il tema Time. Abbiamo fatto un brainstorming con tutto il team, ed è questa la cosa bella. Non è nato da noi due, da Matteo e Matteo, ma è stato un risultato del team, dopo una sessione di brainstorming di 5 ore in cui abbiamo parlato di tanti temi. E se non fosse stato un progetto di tutto il gruppo, semplicemente non sarebbe potuto andare avanti un anno intero. Un’idea del genere non può essere imposta dall’alto, non si può dire “il tema deve essere il tempo, fatevelo piacere”. 

Matteo Scalabrini: Per concludere, perché abbiamo deciso di inserire la frase: “Forse il tempo è l’unica cosa a cui dobbiamo arrenderci”?

Matteo Bonadies: Una chiave di lettura, o forse due, due modi di vedere il tempo: un qualcosa che passa, mettiamo 80, 100 anni, e tu hai questi 100 anni per fare il massimo con la tua vita. Poi muori, è una cosa che succede e che deve succedere; oppure un altro punto di vista, è la pianificazione. Noi siamo padroni del nostro tempo al 100%, e sta a noi pianificare efficacemente per fare quel che vogliamo. Noi gestiamo il tempo, come racconta tutta quella filosofia di pensiero dei maniaci del tempo. Pensiamo a Elon Musk, che scandisce la sua routine di 5 minuti in 5 minuti. E quindi ci facciamo una riflessione molto bella sul fatto che il tempo è la risorsa più scarsa che abbiamo. Mentre i soldi, le risorse, le competenze si possono ottenere, il tempo è l’unica cosa che una volta perso non torna indietro. Musk, una volta, allestì un esperimento molto bello a New York: chiedeva alle persone quale fosse il loro rimpianto più grande e tutti quanti ammisero di “non aver fatto in tempo a”. I loro rimpianti più grossi riguardavano il tempo, non il denaro o le cose materiali. E quando mi chiedono di quella domanda, passo sempre la palla a lui che ha la risposta. 

Matteo Scalabrini: Questa domanda retorica è stata un tocco di classe della nostra copywriter, Noemi. Lei, scrivendo questo abstract, ha deciso di lasciare una domanda aperta in chiusura e ha funzionato molto bene perché crea dubbi. Io ho sempre trovato molto affascinante il fatto che l’uomo al giorno d’oggi provi ad avere il controllo su tutto quanto, sia maniaco del controllo, voglia controllare la salute, la carriera, chi sia, cosa faccia: qualsiasi cosa. E vorrebbe anche controllare il tempo, ma in realtà forse il tempo in quanto forza inarrestabile, è forse una delle poche cose al di sopra di tutto e tutti. Il tempo sarà sempre limitato e l’imprevisto sarà lì pronto per mandare all’aria i nostri piani.