Seconda reunion per il Comitato Internazionale Alumni UK dell’Università Cattolica, nato lo scorso settembre a Londra per rafforzare la rete dell’Ateneo con i laureati che vivono e lavorano in Gran Bretagna. Così giovedì 13 giugno il “gioiello nascosto” di Canonbury Square, com’è noto ai più il museo Estorick Collection of Modern Italian Art, ha ospitato il nuovo incontro della community dell’Università Cattolica, questa volta dedicato al valore aggiunto che gli italiani danno alla società e all’economia britannica. Un’occasione preziosa per fare networking ma anche per condividere idee e progetti.

“Shaping British economy and society: the Italian touch”: questo il titolo dell’iniziativa che è stata introdotta dai saluti dei referenti del Comitato a Londra, Giuseppe Giusti, Director FS Reg, e Alessandro Caffi, Associate Goldman Sachs.

A partire dalla loro personale esperienza, alcuni “alumni” dell’Ateneo hanno raccontato il loro percorso professionale e che cosa li ha portati a trasferirsi Oltremanica.

Cristina Dondi, Senior Research Fellow in the Humanities at Lincoln College, University of Oxford si è soffermata sulla «grandissima qualità di insegnamento, anche a livello etico» ricevuta dai professori dell’Ateneo.

Adele Schirinzi, Financial Crime Manager at Marsh, in particolare ha ricordato «le lezioni del professor Gabrio Forti, mio relatore di tesi, e gli argomenti del Diritto penale che ho continuato ad approfondire, anche una volta laureata».

Maria Fiorito, Registered European Lawyer at Vardgas, ha elogiato sia «l’approccio umanistico» sia il «metodo ricevuto», anche in materia legale, dell’Università Cattolica che dal suo punto di vista hanno fatto la differenza. «I chiostri di largo Gemelli, insieme al collegio Marianum, sono stati per me una seconda casa: inoltre ho conosciuto mio marito proprio in Cattolica».

Per Tiziano del Nobile, Investment Associate at TCK Investment Management, sono stati fondamentali gli insegnamenti ricevuti a livello trasversale: «Ho studiato materie economiche ma spiegate in maniera globale e questo, a mio avviso, è stato il valore aggiunto per il mio percorso professionale».

Non sono mancati poi riferimenti all’attualità, con accenni alla Brexit: «Nella storia ci sono cicli che si susseguono difficili da rompere», ha spiegato Cristina Dondi. «Il nostro compito è continuare a fare ricerca, preservare quanto costruito e scegliere sempre l’apertura».

Gli italiani e il made in Italy sono sinonimo di qualità: per tutti relatori, quindi, l’auspicio è che la Brexit sia solo un ciclo storico e non sovrasti tutto il positivo che c’è a Londra.