Un’esperienza di apprendimento collaborativo online tra Italia e Stati Uniti per perfezionare lo studio della lingua e conoscere le rispettive culture. Con Skype, D2L, VoiceThread, Whatsapp e Facebook, 14 studenti della facoltà di Scienze linguistiche e letterature straniere della sede di Brescia dell’Ateneo e 13 loro colleghi dell Department of Modern Languages della DePaul University di Chicago hanno sperimentato uno scambio interculturale “da casa” grazie alle nuove tecnologie della comunicazione.

Dopo un progetto pilota lo scorso anno nella sede di Milano, coordinato dalla professoressa Amanda Murphy, il Global Learning Experience - promosso  nell’università americana dalla professoressa di origine italiana Caterina Mongiat Farina e, a Brescia, dalla professoressa Sonia Piotti - ha permesso agli studenti di migliorare la conoscenza delle lingue target senza nessun costo aggiuntivo. 

Un uso originale e didattico delle tecnologie della comunicazione e dei social network che viene incontro a chi non può permettersi periodi prolungati di studio all’estero o vuole integrare esperienze di scambio in Paesi più vicini al nostro. Oppure, ancora, vuole semplicemente mantenere l’inglese, obiettivo più facile rispetto ad altre lingue, come afferma la studentessa di Scienze linguistiche Giulia Zavaglio.

Per cinque settimane, dopo aver caricato le proprie autopresentazioni sulla piattaforma di Learning management system D2L ed essere stati associati a un partner dell’altra università, i ragazzi hanno lavorato sia in gruppo che singolarmente a una serie di esercizi asincroni, per poi accedere a fonti documentarie, storiche, filmiche e a racconti sul tema dell’immigrazione, sia in italiano sia in inglese. Su questi testi si sono avviati il confronto a coppie e alcuni momenti plenari via Skype. 

«Con la metodologia della peer review via Google Docs, gli studenti americani hanno “corretto” in inglese gli amici di Brescia e quelli della Cattolica hanno rivisto in italiano il lavoro svolto dai ragazzi di Chicago» racconta la professoressa Mongiat Farina. «Un continuo switch di lingue che ha portato poi a un elaborato finale, sul tema prescelto, nelle due lingue target» aggiunge la professoressa Piotti.

«L’obiettivo del progetto era quello di migliorare la competenza comunicativa, facendo esercizio sia nella lingua di origine che in quella target» spiega la docente della DePaul University, secondo cui l’interculturalità ha bisogno di competenze linguistiche e culturali. «Guardandosi da fuori - aggiunge la docente americana - si scopre che l’altro spesso ci vede meglio di come ci vediamo noi. I miei studenti d’italiano a Chicago avevano un’idea idilliaca dell’Italia ma anche viceversa».

Lo confermano anche alcune delle protagoniste italiane. «I nostri amici americani avevano idee molto più positive sull’Europa di quelle del nostro gruppo italiano» afferma Elena Antelmi, studentessa della triennale in Scienze linguistiche, che ha scoperto un’incredibile affinità culturale con il suo partner di studio senza averlo mai conosciuto prima. Ovviamente, parlando del tema immigrazione, il nuovo corso dell’amministrazione Trump non è rimasto sullo sfondo, come confessa Valentina Mundadori, che è rimasta particolarmente colpita dai racconti di alcune ragazze americane di origine messicana. 

«I nostri studenti hanno capito che l’Italia attraversa un periodo storico che gli Stati Uniti hanno già vissuto» conclude Sonia Piotti, a cui fa eco la collega d’oltreoceano: «Sono fiera di aver sentito che c’erano opinioni molto diverse all’interno dei due gruppi e sono stati capaci di discutere tutte le sfide e le opportunità che l’immigrazione propone».


Nella foto in alto, da sinistra: Giulia Zavaglio, Valentina Mundadori, Elena Antelmi (tre delle studentesse della sede di Brescia che hanno partecipato al progetto), il prorettore dell'Ateneo Mario Taccolini, la professoressa Sonia Piotti e la sua collega della DePaul University Caterina Mongiat Farina, nella sede di Brescia dell'Università Cattolica