Sono soddisfatti dai servizi di supporto finanziario ma chiedono di più per quanto riguarda la fase d’uscita, l’Abitativo, la Crescita Personale e i Servizi per gli studenti internazionali. Stiamo parlando dei 4.709 studenti delle sedi di Milano, Brescia, Piacenza e Roma dell’Università Cattolica, che hanno risposto all’indagine sulla soddisfazione dei servizi e l’importanza dei bisogni, promossa da Educatt nell’ambito del progetto europeo Wise - Welfare for Improved Social Dimension of Education.

Il progetto internazionale finanziato dall’Unione Europea a sostegno del programma Erasmus+, che ha Educatt come capofila, è stato avviato nel 2014 con l’obiettivo di monitorare e supportare il benessere degli universitari e promuovere un’evoluzione del concetto di Diritto allo Studio per l’offerta da parte degli Enti universitari di servizi sempre più centrati sui reali bisogni degli studenti.

La ricerca, condotta con la consulenza metodologica di Altis, ha coinvolto complessivamente quattro Paesi europei (Italia, Polonia, Croazia e Finlandia) e un totale di 126.377 universitari, 9.045 dei quali hanno collaborato compilando un questionario. Lo studio ha permesso di individuare un’area critica, determinata dalle categorie che hanno ottenuto una valutazione d’importanza superiore alla media e contemporaneamente un livello di soddisfazione inferiore alla media.

Sulla base dei dati riferiti ai propri servizi, Educatt ha avviato una sperimentazione implementando 11 nuovi servizi o iniziative per testare, con una seconda indagine sul campo, la reazione degli studenti che hanno utilizzato almeno uno di questi.

Alcuni dei servizi implementati soddisfano uno specifico bisogno, altri rispondono contemporaneamente a più esigenze. Tra i servizi attivati, gli studenti hanno utilizzato maggiormente quelli ristorativi. In particolare il servizio Area duepunti, che consente di consumare pasti veloci in loco o con servizio di take away, è stato utilizzato dal 47,3% del campione; myFood, lo spazio realizzato ad hoc per gli studenti che decidono di provvedere al pranzo in modo autonomo, dal 25,2%; l’accesso alla mensa per studiare è stato frequentato dal 21,7%.

Servizi che rinforzano aree tradizionali del welfare sono stati accolti positivamente, mentre altri decisamente più innovativi, che abbinano ad elementi tradizionali la risposta a bisogni aggiuntivi, hanno avuto un impatto limitato sul livello di soddisfazione degli studenti.

Non è un caso che sia stata particolarmente apprezzata la manovra straordinaria prevista per il Bando Borse Plus. Pur non rientrando pienamente nella lista delle iniziative implementate ha riscosso grande attenzione sia da parte dei nuovi immatricolati, sia da parte dei partecipanti alla prima fase della ricerca. Il 39,7% dei rispondenti ha dichiarato di conoscere l’iniziativa. La manovra ha avuto inoltre un impatto molto positivo sulla soddisfazione degli utenti per quanto riguarda il bisogno “supporto finanziario”. Un segnale incoraggiante, che non deve impedire, tuttavia, la definizione di un nuovo welfare studentesco, non confinato all’erogazione di borse di studio.