Già consolidato all’interno di Mba ed Executive Master come strumento di empowerment degli studenti, il Career Coaching si affaccia anche nel mondo del dottorato di ricerca. Parte, infatti, il 30 novembre un progetto pilota dedicato ai dottorandi dell’Università Cattolica sul Career Coaching dal titolo emblematico Spingere sul limite. Allenare il talento. Pensato come sostegno per i dottorandi sia per acquisire maggiore consapevolezza sulle proprie competenze personali, sia per scommettere sul proprio potenziale nel percorso professionale che si andrà a intraprendere (in università o nel mondo extra-accademico), la proposta si innesta nell’ambito dei percorsi trasversali di Skills Training per la formazione di competenze dedicati ai dottorandi in ogni disciplina, attivi dall’anno accademico 2011/2012. 

Dopo una mezza giornata introduttiva aperta sul coaching in generale (il metodo, i soggetti, le finalità, le tipologie, ecc.), i dottorandi che saranno ammessi al percorso, avranno l’opportunità di individuare obiettivi professionali e pianificare azioni per il raggiungimento degli stessi durante cinque incontri one-to-one con il coach certificato Gabriele Carta, aderente a Ifc – International Coach Federation. Gli abbiamo chiesto quali sono le finalità e gli obiettivi di un percorso di Career Coaching. 

«La sintesi potrebbe essere: “Tradurre un desiderio in piano d’azione”» spiega. «In generale, il coaching è una relazione che si instaura tra due persone - Coach e Coachee - nella quale il primo ha l’obiettivo di affiancare e sostenere il secondo per far emergere il suo potenziale, nel rispetto degli obiettivi e delle peculiarità personali. Il Career Coaching costituisce una tipologia d’intervento a supporto dei percorsi professionali individuali. Con risorse giovani il significato di tale attività - e l’abilità che deve dimostrare il coach - consiste soprattutto nel supportare l’individuazione di un progetto professionale personale. In questi casi, spesso il problema maggiore scaturisce dalla scarsa confidenza che queste “risorse” possiedono rispetto al proprio bagaglio professionale che è fatto di competenze, ma anche di potenzialità inespresse che spesso rappresentano la parte maggiore, anche se non emergente. La difficoltà maggiore può scaturire proprio dal fare i conti con nuovi desideri: siamo infatti abituati a rinchiuderci dentro ruoli o interessi che erroneamente pensiamo debbano durare per tutta la vita. 

Quale può essere il valore aggiunto per un dottorando di ricerca che intraprende un percorso di Career Coaching? «Il Career Coaching non deve essere interpretato solo come un’attività di approfondimento, seppur personalizzato, dell’ orientamento, bensì , e soprattutto, come un’azione generatrice di cambiamenti individuali che possono riguardare diverse aree: stile comportamentale, convinzioni personali, gestione delle criticità o rapporti con il proprio ambiente. Il Career Coaching può costituire la risposta adeguata nelle fasi delicate di evoluzione e di cambiamento professionale (quale può essere il percorso di dottorato e il periodo successivo) e conseguente bisogno di supporto per definire meglio la strada da intraprendere». 

Possiamo affermare che la previsione di incontri individuali tra coach e coachee (in questo caso, il dottorando) permettono di costruire una sorta di personalizzazione dell’apprendimento? «Il mondo del lavoro opera continuamente processi di selezione. Le organizzazioni cercano persone che possiedano già un carattere solido, completo e considerano questo aspetto ben più importante del possesso di nozioni o abilità che è relativamente facile insegnare successivamente: lo sviluppo delle soft skills rappresenta un missione che bisognerebbe perfezionare nella fase conclusiva e culminante degli studi universitari. La preparazione universitaria, per sua natura prevalentemente informativa o intellettuale, viene vantaggiosamente completata dallo sviluppo del potenziale e degli abiti comportamentali: Il coaching costituisce palestra di apprendimento non tanto e non solo per la conoscenza, ma anche di acquisizione di abilità a competenze. Non si limita ad essere guida nel definire le strategie, le azioni, i comportamenti per raggiungere obiettivi personali o professionali: è un percorso di crescita. Necessariamente deve essere un percorso individuale perché non esiste un significato univoco e generalizzato di Career Coaching dato che tende a variare con il passare del tempo e con la riconfigurazione delle diverse fasi professionali con cui ci si deve misurare».