Viviamo nell’era della quarta rivoluzione e la portata pervasiva di questo cambiamento lo comprendiamo solo in minima parte. Questo è emerso dal dialogo tra il semiologo e professore dell’Università Cattolica Ruggero Eugeni, e il direttore di SkyArte, Roberto Pisoni

L’incontro ha messo in luce aspetti rilevanti della nostra epoca: a partire dall’ibridazione dei mezzi di comunicazione che creano contenuti destinati a più piattaforme, per poi volgere su come la cultura debba investire su queste contaminazioni. In questo senso, il successo riscosso da SkyArte HD ne è l'esemio. Come ha raccontato Pisoni, illustrando una serie di successi inanellati da SkyArte dalla sue origine, avvenuta nel 2012, ad oggi. 

SkyArte vede la luce in un periodo in cui l’arte in tutte le sue forme più classiche è percepita come noiosa, mentre la cultura pop acclamava un altro tipo di prodotto televisivo, leggero e frizzante. 

L’apertura di un canale basato unicamente su contenuti culturali, era una scommessa: analisi di mercato alla mano, tutto era contro la riuscita di un progetto del genere. Per questo motivo, Pisoni ha capito che l’unico modo per poter avere un discreto successo era investire su contenuti che avessero una forte identità.

Identità che è stata data da due scelte strategiche importanti: puntare su persone in grado di trattare argomenti culturali e artistici sul web con un discreto seguito, e coinvolgere micro-comunità di appassionati riguardo ad argomenti culturali molto specifici.

Di conseguenza, gli spettatori si sono trovati di fronte a prodotti “inaspettati”: abituati a credere che l’arte sia solo quella che si trova nei musei o acclamata nei libri, SkyArte HD ha mostrato il mondo artistico musicale, i linguaggi della street art, i capolavori del design e dell'architettura, la vita dei grandi cantanti, artisti, architetti e performer.

Pisoni ha raccontato che questo era il punto su cui volevano insistere: “Creare un canale che si mischiasse con la vita culturale reale che trovi per le strade, quando esci di casa”.  Una scelta vincente che ha prodotto un successo inaspettato per il canale di Sky e che dopo 7 anni ha portato SkyArte anche nel mondo cinematografico: molti dei documentari, realizzati in collaborazione con Sky, hanno riempito le sale dei cinema di tutto il mondo, ottenendo ottimi incassi. 

Alla luce di questo successo, viene da chiedersi se in fondo la cultura sia un settore lontano da queste ibridazioni oppure se non sia il caso di ibridarla per riportarla alla sua massima bellezza.