di Mauro Meda *

Interrogarsi sul ruolo della formazione universitaria in Italia significa affrontare il tema strategico della competitività del Paese e della capacità di generare un futuro alle nuove generazioni. 

In un contesto di un’economia, sempre più globale in cui vi sono evidenti problemi di gestione dei processi di innovazione, che generano una forza di cambiamento anche nei modelli educativi e formativi tradizionali, a fronte delle spinte dell’IT e della Digital Transformation che, da un lato, rappresentano una grande opportunità di sviluppo e, dall’altro, rischiano di allargare il divario fra paesi ricchi e poveri, l’Alta Formazione rappresenta una leva strategica per creare le condizioni affinché l’Italia possa nel contempo sviluppare competenze per la propria competitività e un ruolo positivo nello scenario internazionale.

L’Alta formazione, in questa dimensione globale, deve sempre più concorrere a realizzare le condizioni per una maggiore ricerca di equità e tutela sociale; essa si deve sempre più porre al servizio delle nostre “periferie”. 

Il modello formativo che l’Università Cattolica sta sviluppando porta al centro del processo la persona, lo studente, che sceglie questa Università, e i tanti professional che ad essa si affidano per incrementare le competenze.

La vera sfida per l’Università Cattolica nell’era delle repentine innovazioni tecnologiche e di turbolenti cambiamenti socio-economici - che per chi scrive rappresenta un passaggio obbligato per tutto il Sistema Universitario e dell’Alta Scuola italiana - può essere ben ricondotta alla necessità di trasmettere conoscenze-capacità legate a una area-figura professionale (frutto di un processo formativo che vede la progressiva costruzione di una identità professionale, in una dimensione sempre più multiculturale e “local and global”) da innestare in un contesto di competenze, di skill trasversali.

Competenze che vedono prevalere il valore “comportamentale” e la capacità di “ascoltare” e creare “reti di confronto” interne ed esterne nelle diverse organizzazioni della società.

Ritengo che il sistema universitario debba riflettere sempre più sulla propria mission “educativa-formativa-sociale” e saper sviluppare una formazione generativa di competenze, ma anche fortemente attenta ai valori dei comportamenti. Una dimensione etica che deve trovare risposte nelle azioni quotidiane dei nostri laureati e della nostra istituzione.

Nello specifico l’Università Cattolica, attraverso anche le recenti riflessioni di Papa Francesco, sviluppate con grande efficacia nella Laudato si’ – Lettera enciclica sulla cura della casa comune, deve ancor di più rispetto alle altre Università riflettere sul valore fondativo dell’etica dei comportamenti, della necessità di aiutare i giovani ad arricchire la loro capacità di analisi e di valutazione anche dei contesti sociali ed economici nei quali andranno a operare.

Papa Francesco in un passaggio della Laudato si’ - per me molto rilevante e motivante come formatore manageriale - sottolinea la inderogabile opportunità di impegnarsi per consolidare e costruire una nuova cultura di leadership idonea ad affrontare l’attuale fase di evoluzione e sviluppo globale, che generare opportunità ma anche molte crisi economico-sociali e conflitti intra generazionali: “Il problema è che non disponiamo ancora della cultura necessaria per affrontare questa crisi e c’è bisogno di costruire leadership che indichino strade, cercando di rispondere alle necessità delle generazioni attuali includendo tutti, senza compromettere le generazioni future”. (Papa Francesco, Laudato sì, Capitolo primo, VI. La debolezza delle relazioni, 53). Una forte indicazione di Papa Francesco che si collega con il richiamo ad ogni credente di operare per la costruzione quotidiana del “Bene Comune”.

È una sfida sicuramente impegnativa quella che il Santo Padre ci indica con il suo Magistero, che deve trovare tutto il sistema dell’Università Cattolica impegnato a generare un nuovo valore e una nuova capacità per la crescita delle persone, ed essere ancor di più uno “strumento” per rafforzare i processi di cambiamento nella società italiana. Da un lato, coniugando l’efficacia della trasmissione di conoscenze, capacità - competenze e, dall’altro, sviluppando una nuova cultura di leadership capace di generare valore economico e sostenibilità sociale.

Le riflessioni che vengono presentate rappresentano in modo evidente l’impegno, in diversi e molteplici ambiti, dell’Università Cattolica nel sostenere le persone nella loro crescita professionale e individuale, ma nel contempo rappresentano l’attenzione nella costruzione di una sistema sociale più equilibrato e inclusivo.

* Segretario Generale Asfor e Segretario Apaform