Ora la città è un film straniero senza sottotitoli
Le scale da salire sono scivoli, scivoli, scivoli
Il ghiaccio sulle cose
La tele dice che le strade son pericolose
Ma l’unico pericolo che sento veramente
È quello di non riuscire più a sentire niente
Il profumo dei fiori l’odore della città
Il suono dei motorini il sapore della pizza
Le lacrime di una mamma le idee di uno studente
Gli incroci possibili in una piazza
Di stare con le antenne alzate verso il cielo
Io lo so che non sono solo

Sono le parole di una strofa di “Fango” di Jovanotti, ed è la prima canzone che Matilde ha cantato dal suo balcone. «Una sera l’ho riascoltato per caso e quando ho sentito queste parole ho pensato che non c’era modo migliore per descrivere quello che stavo provando. Mi manca infatti, in queste settimane, un po’ la mia vita normale, i miei amici, l’università». Dopo Jovanotti, sono arrivati Bob Dylan, Lady Gaga... Così, in via Guercino 9 a Milano, ha preso il via un appuntamento canoro ormai fisso con le esibizioni al balcone di Matilde Prestinari.

«Inizialmente non me la sentivo troppo di fare questa cosa, perché pensavo di disturbare e poi perché sono una perfezionista, e quindi se non mi sento pronta, preferisco non cantare», racconta Matilde, 21 anni, studentessa iscritta al corso di laurea in Comunicazione e società, della facoltà di Scienze politiche e sociali dell’Università Cattolica. «Ma quel pomeriggio mio papà, che mi accompagna con la chitarra, ha insistito tanto e così ho cantato, anche se inizialmente controvoglia. Ma è stato incredibile quello che è successo: immediatamente ho visto la gente, via via, affacciarsi alle finestre, uscire sui propri balconi, e ho notato che qualche vicino si emozionava e questo, di riflesso, emozionava anche me, facendomi realizzare che quel breve appuntamento musicale, alle 18.00 in punto del pomeriggio, poteva veramente rallegrare queste strane giornate, obbligatoriamente casalinghe, a cui ci ha costretto il diffondersi del Coronavirus».

I piccoli concerti pomeridiani di via Guercino non solo riscuotono grandi applausi da tutto il vicinato, ma i video di Matilde che canta rimbalzano con tale successo sui social che persino Jovanotti ha rilanciato sulle sue storie di Instagram il video apprezzando “l’interpretazione originale e bellissima di questa ragazza”.

Matilde è incredula, sorpresa, ma molto contenta. Ma soprattutto è soddisfatta che grazie alle sue esibizioni ha conosciuto e parlato con vicini con cui mai si era relazionata, malgrado abitasse da 20 anni in quel palazzo: «Ho stretto nuove amicizie: due gemelle al primo piano della casa di fronte e due ragazze su due balconi a fianco. Con loro dopo i concertini vado avanti a chiacchierare per ore. È un bel modo per affrontare questo brutto momento, insieme. Poi vedere gli anziani, sorridenti, affacciati alla loro finestra è stupendo, per loro canto Mina e Gino Paoli; per i bambini invece Frozen e la Sirenetta...».

Dall’iniziativa di Matilde è nato anche un gruppo Facebook della via – “Guercino spacca” (che raccoglie 88 membri attualmente) – per condividere video, canzoni, poesie e per organizzare, giorno per giorno, la scaletta del concerto pomeridiano. In pratica le estemporanee perfomance canore di una studentessa sono riuscite a dare vita a un fenomeno di social street, vale a dire vicini di casa che si incontrano online su gruppi Facebook dedicati e condividono tre valori semplici, ma fondamentali, per generare senso di appartenenza a una stessa comunità: la socialità, l’inclusione sociale e la gratuità.

Il messaggio di fondo, ci racconta Matilde è uno solo: «A Milano, non siamo soli». Una canzone, un balcone, un video sul web possono infatti diventare strumenti di unione in questi giorni di isolamento forzato. Il web è anche il sistema attraverso il quale Matilde mantiene, in questo periodo di emergenza sanitaria, quotidianamente il rapporto con la sua Università, ogni giorno infatti segue online le lezioni che avrebbe dovuto seguire in aula.  «Macroeconomia, Linguaggi e strumenti dei nuovi media, Diritto europeo per l’informazione sono alcuni dei corsi online che sto seguendo e devo dire che mi trovo molto bene, non sto perdendo tempo rispetto il calendario originario delle lezioni, apprezzo inoltre molto la possibilità di organizzarmi autonomamente la mia giornata».

Le parole di Matilde sono la riprova dell’impegno che l’Università Cattolica ha profuso, fin dai primi giorni della crisi sanitaria, per garantire ai propri studenti di continuare a distanza l’attività didattica. Blackboard, e-learning nonché esami e lauree online saranno alcune delle parole chiavi attraverso le quali, nel prossimo numero di Presenza, sarà raccontata e descritta l’attività accademica di ogni campus della Cattolica al “tempo del coronavirus”.