La copertura normativa fornita dalla legislazione europea in materia alimentare è appropriata nell’affrontare ogni tipo di caso che incide sugli interessi dei consumatori, inclusi gli “interessi economici”?

Ha provato a dare una risposta Antonia Corini, dottore (Doctor Europaeus) di ricerca della Scuola di dottorato Agrisystem dell’Università Cattolica (dottorato conseguito a marzo 2018), con una tesi sull’applicazione del diritto europeo in materia alimentare, che le è valsa il premio WeFeed-Assalzoo 2020 come miglior tesi di dottorato, riconoscimento attribuito alle ricerche capaci di apportare un significativo contributo alla zootecnia e alla mangimistica. Il premio è stato consegnato a Verona durante la Fieragricola 2020.

Nella tesi l’autrice ha teorizzato il concetto di “violazioni dovute al fattore umano” e ha analizzato il loro impatto sugli interessi economici dei consumatori, in casi come il famoso scandalo della carne di cavallo e il più recente caso Fipronil (ritrovamento di tracce di insetticida vietato in uova e prodotti a base di uova provenienti dall’Olanda). La dott.ssa Corini ha dimostrato che la legislazione europea in materia alimentare si è concentrata (a partire dal caso della mucca pazza) soprattutto sulla questione della sicurezza alimentare intesa come food safety, e quindi sulla necessità di prevenire e gestire casi in cui il cibo fosse a rischio per problemi di natura microbiologica, chimica e fisica. Ma “sebbene il sistema di food safety a tutela della salute dei consumatori sia correttamente funzionante, ci sono anche altre problematiche che riguardano la tutela degli interessi economici dei consumatori, situazioni che devono essere affrontate e risolte con adeguati strumenti legislativi e applicativi” sottolinea Corini.

Considerate, dunque, le carenze del sistema normativo inerenti alla prevenzione e gestione di “violazioni dovute al fattore umano” (così definite da Corini), l’autrice ha verificato le novità legislative, applicative, di controllo, prevenzione e gestione fornite dalla legislazione europea più recente (es. Regolamento (UE) n. 2017/625, entrato in applicazione a dicembre 2019), dagli ordinamenti nazionali e, anche, da strumenti di stampo privatistico come la food fraud vulnerability assessment. Tali innovazioni paiono supplire alle carenze riscontrate, tuttavia, come specificato nella tesi, sarà necessario svolgere ulteriore ricerca sulla concreta applicazione delle nuove regole e sull’efficacia degli strumenti privati.

L’autrice ha concluso che le summenzionate innovazioni (sebbene non ancora valutabili sul piano applicativo) paiono porre le basi per efficacemente prevenire e gestire le “violazioni dovute al fattore umano” e quindi salvaguardare anche gli “interessi economici” dei consumatori.