Un’esperienza che può cambiare la vita. A spiegarlo sono alcuni degli studenti che hanno vissuto la scorsa estate l’esperienza del Charity Work Program, accogliendo la proposta del Centro di Ateneo per la solidarietà internazionale (Cesi). Nei loro racconti, che pubblichiamo in questa pagina, emerge, come un filo rosso, la certezza di aver ricevuto molto di più di quanto hanno donato e di essere tornati nel nostro Paese cambiati.

Anche quest’anno sono stati numerosi gli studenti che hanno vestito i panni da “volontari” in più di 20 Paesi in quattro continenti. Giunto alla sua decima edizione, il programma di volontariato internazionale dell’Università Cattolica ha assegnato 54 scholarship della durata di 3-8 settimane a studenti e a laureati iscritti a dieci delle dodici facoltà presenti nell’Ateneo.

Il Charity Work Program è promosso dal Cesi e che, grazie a fondi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori, offre l’opportunità di vivere un’esperienza di volontariato nei Paesi in via di sviluppo ed emergenti in cui l’Ateneo ha all’attivo partnership e collaborazioni.

Tra le novità di quest’anno il maggior numero di destinazioni a disposizione degli studenti e nuove partnership con Ong e Onlus che lavorano in Africa, Asia e Sud America. È stato rinnovato inoltre l’allargamento del programma, attivato lo scorso anno, anche a neolaureati e iscritti a master, dottorati e scuole di specializzazione. 

Il Charity permette di sviluppare competenze professionali che fanno bene al curriculum. Lo dimostra l’aumento nel corso degli anni sia delle scholarship sia delle richieste di partecipazione degli studenti: nel 2018 hanno preso parte alle selezioni 275 studenti provenienti da tutte le facoltà e da tutte le sedi dell’Università Cattolica, con un incremento pari al 18% rispetto all’edizione dello scorso anno.

Il programma, oltre a rappresentare un’esperienza altamente formativa dal punto di vista della crescita personale, è stato modulato in modo da fornire un percorso coerente con gli studi: numerose destinazioni sono aperte solo a studenti di determinate facoltà, privilegiando percorsi ad hoc sulle discipline insegnate in Ateneo. In alcuni di questi casi, per offrire un’esperienza più completa, il periodo di permanenza all’estero è stata di due mesi. 

Secondo il professor Roberto Cauda, direttore del Cesi, «la solidarietà è un bene prezioso che va coltivato fin da studenti. Il Cesi, attraverso il Charity Work Program, ha voluto investire nella cultura della solidarietà, che si caratterizza per essere “contagiosa”, promuovendone la diffusione tra gli studenti delle diverse facoltà dell’Ateneo».

Per gli studenti iscritti alle facoltà di Psicologia o Scienze della formazione erano previste destinazioni presso opere sociali come centri per la diagnosi precoce e la riabilitazione di bambini con ritardo mentale, problemi nello sviluppo motorio, del linguaggio, cognitivo-comportamentale e sordità congenita in Bolivia presso la Fundación Mario Parma, a La Paz.

Per la facoltà di Scienze politiche e sociali era garantito un periodo di assistenza al Centre de Promotion Sociale (Cps), sede principale del Coe, in Camerun, che ha lo scopo di promuovere lo sviluppo umano, culturale e spirituale della popolazione locale, finalizzato al miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti e alla promozione dei diritti dell’uomo.

Per quanto riguarda Scienze agrarie, alimentari e ambientali era previsto un soggiorno presso la Valponasca Learning Farm dove gli studenti sono stati coinvolti nell’organizzazione di incontro di formazione per i contadini locali su tematiche di educazione alimentare. Il progetto è promosso in collaborazione con la Ong Volontariato Internazionale Donna Educazione Sviluppo (Vides).

Infine, gli iscritti alla facoltà di Medicina e Chirurgia hanno affiancato i medici nell’attività ambulatoriale del Benedict Medical Center di Kampala in Uganda, per offrire assistenza sanitaria di base alla popolazione della zona e promuovere l’accesso alle cure da parte delle persone bisognose con particolare attenzione ai bambini, alle donne e alle persone affette da malattie croniche.