È sostanzialmente stabile il mercato degli strumenti musicali in Italia. Lo rivela l’Osservatorio 2018 diffuso da Dismamusica e realizzato dall’Università Cattolica, che evidenzia una lieve crescita del settore pari allo 0,77%. Per la prima volta sono state analizzate anche le vendite al pubblico effettuate direttamente dai negozianti specializzati.

Dismamusica, l'Associazione aderente al Sistema Confcommercio che rappresenta costruttori, distributori, rivenditori ed editori musicali italiani, ha reso noto il suo annuale Osservatorio 2018 sul mercato degli strumenti musicali in Italia a Mondo Musica, l'annuale fiera degli strumenti musicali Cremonesi.

Il rapporto, commissionato al Cersi, il Centro ricerca per lo sviluppo imprenditoriale dell'Università Cattolica sede di Cremona, e realizzato grazie al contributo della Camera di Commercio di Cremona, ha messo in evidenza l'andamento del mercato nel 2017.

«Il settore degli strumenti musicali in Italia conferma di possedere oggi indubbi punti di forza, – osserva il direttore del Cersi Fabio Antoldi – legati, in  particolare, all’attività di produzione artigianale che continua a mostrarsi viva e in sviluppo. Invece, appare critico lo stato di salute del commercio al dettaglio, che mostra una continua emorragia di negozi di strumenti musicali (in cinque anni sono diminuiti in Italia di quasi il 25%). È un dato che non può passare inosservato. Questo Osservatorio rappresenta un’occasione importante di confronto per gli operatori del settore, dal momento che esso offre una rappresentazione integrata dell’intero sistema che ruota attorno allo strumento musicale».

Lo studio ha preso in esame l'andamento di 25 famiglie di strumenti musicali. Non sono mancate le sorprese. A trainare il gruppo gli strumenti a fiato con un incremento del 18,42%, seguiti dai pianoforti acustici in rialzo del 14,80%, bene anche il comparto dell'amplificazione del suono in progresso del 5,36% e le edizioni con un più 4,53%. A frenare la crescita del mercato, le chitarre elettriche con un meno 13,23%, gli accessori, di solito un comparto "difensivo", che arretrano del 5,59%, male anche gli strumenti a percussione in calo del 4,32%. Buone notizie dalle vendite al dettaglio.

Per la prima volta l'Osservatorio ha preso in esame anche la platea dei commercianti, con una indagine che ha coinvolto un ampio campione di 94 rivenditori distribuiti in tutta la Penisola. La maggioranza di loro, pari al 53,76%, ha affermato di aver registrato fatturati stabili o in crescita, mentre il 46,24% ha dichiarato una diminuzione dei ricavi. I loro dati di vendita hanno permesso di produrre una primissima stima del valore complessivo di sell-out del mercato italiano degli strumenti musicali (nuovi e usati), degli accessori e delle edizioni musicali servito dal canale tradizionale di vendita.

Si tratta di un dato “grezzo”, certamente passibile di miglioramenti, ma che per  la  prima  volta permette di  dare un ordine di  grandezza ragionato  e verosimile del mercato italiano che nel 2017 è stato pari a circa 550 milioni di euro.

Esprime un cauto ottimismo Antonio Monzino, presidente Dismamusica, che anticipa l'andamento del 2018 «in linea con la crescita del 2017», ed esprime l’auspicio «che la partecipazione dei rivenditori alla ricerca, segni un importante passaggio verso la creazione di “fare sistema” necessario per essere riconosciuti nel contesto Paese, in un mercato, le cui dimensioni sono condizionate dal ritardo dell’introduzione della disciplina “Musica” nella scuola per tutti».

«Il territorio cremonese – sostiene il presidente della Camera di Commercio di Cremona Gian Domenico Auricchio – è, da secoli, fortemente connotato da uno stretto legame con la musica e ciò che lo rende un unicum a livello mondiale è la produzione artigianale di strumenti musicali. Qui, ancora oggi, operano oltre 165 liutai, mentre Crema, da oltre 200 anni, ospita importanti costruttori di organi. Per questo, come Camera di Commercio di Cremona, abbiamo deciso di sostenere l’Osservatorio, in modo da indagare, e quindi di valorizzare, la produzione di strumenti musicali nel nostro Paese. Un’eccellenza che alimenta l’idea di eleganza e di elevata qualità che si associa nel mondo all’italian style ma che ha subito gli effetti della crisi e che necessita di azioni di sostegno efficaci, finalizzate alle reali esigenze delle micro e piccole imprese del settore».