di Amanda Clare Murphy *

A chi non interessa la rivoluzione tecnologica-digitale nel campo dell’educazione? A lanciare l’interrogativo in un’epoca in cui la tecnologia invade e trasforma ogni campo dell’educazione, dell’insegnamento delle lingue e del processo stesso di internazionalizzazione del sistema educativo sono il Centre for Higher Education Internationalisation (CHEI) dell’Università Cattolica che, insieme con il Dipartimento di Scienze Linguistiche e letterature straniere e l’Associazione EUROCALL ha promosso nelle giornate di giovedì 23 e venerdì 24 maggio il convegno dal titolo “CALLmi – Where are we going?”.

A rispondere all’appello una settantina di studiosi, provenienti da più angoli del mondo - Hiroshima, Limasso, Uppsala, Atene, Teheran e Stellenbosch - ma anche numerosi professori italiani. Numeri che dimostrano il grande interesse sia per il simposio sia per i temi caldi inerenti all’internazionalizzazione sui quali da tempo il CHEI sta richiamando l’attenzione attraverso la promozione di iniziative di studio e di giorni di formazione organizzati regolarmente per i docenti degli International Classrooms.

Aspetti che saranno affrontati nella due giorni di relazioni, workshop e dibattiti da una ventina di relatori assieme ai keynote speakers, Agnes Kukulska-Hulme, Professor of Learning Technology and Communication alla Open University, e Michael Thomas, Professor of Higher Education and Online Learning all’Università di Central Lancashire, entrambi provenienti da università britanniche.

In particolare, Kukulska-Hulme si interroga sugli smart tools per gli apprendenti delle lingue e sugli scenari che si aprono per i professori quando la tecnologia fa sparire le pareti dell’aula. Thomas, invece, pone il tema della elasticità – resilience – nei contesti digitali dell’apprendimento.

Nella sessione dedicata all’internazionalizzazione saranno presentati progetti nati anche in Università Cattolica. Come il progetto ERASMUS+ In2IT, un modulo di un corso di lingua inglese – English for International Purposes – sviluppato insieme con un team israeliano e implementato nel campus bresciano dell’Ateneo da Costanza Peverati, docente di Inglese per la comunicazione. Il progetto permette a studenti della facoltà di Scienze Linguistiche e letterature straniere di incontrare in una piattaforma virtuale i loro pari di diversi Paesi nel mondo: una forma di Internationalisation at home, uno dei frutti della tecnologia.

Sul fronte Study Abroad, un tema più tradizionale dell’internazionalizzazione, saranno presentati anche i risultati di un progetto innovativo di Nicoletta Vittadini, docente di Sociologia della comunicazione nella facoltà di Scienze linguistiche e letterature straniere, e di Piermarco Aroldi, docente di Sociologia dei media digitali nella facoltà di Scienze della formazione, sul supporto fornito dai social media per l’adattamento socio-culturale degli studenti che vanno all’estero per studiare.

Insomma, la rivoluzione tecnologica-digitale ci sta cambiando la vita. Sarà meglio che ce ne occupiamo.  
 
* Direttrice del CHEI