Sofia Galazzi sognava sin da piccola di vivere e studiare negli Stati Uniti. L’opportunità è arrivata con il programma Double Degree della facoltà di Economia e Giurisprudenza dell’Università Cattolica. Dallo scorso autunno ha iniziato la sua carriera in Gucci, realizzando il suo secondo sogno: lavorare per un brand internazionale della moda.

«Dopo la maturità, ho scelto di studiare Economia aziendale in Cattolica e al terzo anno sono partita per il North Carolina, dove ho frequentato Elon University per due anni. Ho ottenuto la laurea triennale in Cattolica nel dicembre 2018 e il bachelor’s degree ad Elon a maggio 2019. Dopodiché, grazie alle esperienze sviluppate durante le internship curriculari (di cui una di 6 mesi in DHL in Florida), lo scorso autunno ho iniziato la mia carriera professionale in Gucci a Milano, nel settore del Merchandising».

Di che cosa ti occupi più precisamente? «Il lavoro nell’area del Merchandising per il prêt-à-porter maschile, che nell’ambito della moda si riferisce a quelle attività che, tramite analisi di vendita, di trend del mercato e di forti abilità interpersonali, influenzano lo sviluppo delle future collezioni prodotte dai designer. Il lavoro del merchandiser in un’azienda del calibro di Gucci è un molto dinamico: oltre al lavoro d’ufficio si aggiungono lunghi periodi trascorsi in show-room, dove i buyer regionali arrivano da tutto il mondo per effettuare una selezione personalizzata dei prodotti da presentare in ciascuno store. In questo contesto si rendono necessarie forti attività di networking e forti skill linguistiche e comunicative per superare quei disaccordi scaturiti da barriere culturali o differenti visionali aziendali. Inoltre, a poco a poco, sto anche imparando a padroneggiare il linguaggio della moda, a riconoscere i tessuti e gli stili, il che nel mio caso è stata una vera e propria novità». 

Quali sono le competenze che hai maturato in Cattolica e che ritieni siano fondamentali per lo sviluppo della tua carriera? «In Cattolica ho certamente vissuto alcune delle esperienze più significative della mia vita, dall’entusiasmo di creare un network professionale con i colleghi, all’ansia pre-esame che accompagna ogni studente nel percorso universitario. Tra le competenze maturate, però, quella che si è rivelata fondamentale per lo sviluppo della mia carriera è stata il saper affrontare la competizione. I primi due anni in Cattolica, infatti, sono stati d’estremo aiuto per maturare la consapevolezza che la competizione in ambienti educativi e lavorativi spinge oltre i propri limiti, mettendo alla prova la nostra determinazione a raggiungere gli obiettivi prefissati. A mio parere, un “agonismo” leale, affiancato alla solidarietà tra concorrenti crea una sana competizione, il giusto fertilizzante per lo sviluppo e il raggiungimento dei propri traguardi».

Ma come gli esami, nella vita anche le sfide non finiscono mai. Quali ambizioni professionali ti poni per il tuo futuro? «Dopo la laurea negli Stati Uniti, il mio obiettivo era trovare un’opportunità di lavoro nell’industria della moda. Ora, da qualche mese, lavorando per Gucci, ne sto assaggiando i vari sapori. Il mercato della moda, specialmente in città come Milano, offre sicuramente molte possibilità professionali al suo interno, ruoli creativi e ruoli tecnici. Penso sia importante dedicare del tempo per conoscere a fondo il proprio settore, in modo da delinearne i pro e i contro in relazione al percorso di crescita professionale che ci si prefissa. Le mie sfide professionali al momento includono diversi progetti: dal capire quali sono le mie competenze principali e spostarmi verso un ruolo più stimolante, al dare sfogo alla mia curiosità e approfondire altri settori che mi appassionano».

Nei tuoi anni universitari hai avuto modo di entrare in contatto con i servizi offerto dallo Stage e placement, e in che modo? «Sono entrata a contatto con i servizi offerti dallo Stage e placement durante il secondo anno in Cattolica, quando per questioni curriculari cercavo uno stage di due mesi nella zona. Ho avuto modo di perfezionare il mio curriculum, avere una prima idea dell’area in cui mi sarebbe piaciuto iniziare la mia carriera e mi hanno aiutata nella ricerca della prima esperienza professionale».

Che consiglio daresti a un giovane che sta per scegliere l’università? «Nonostante la scelta dell’università possa rivelarsi un momento stressante, credo che possa aiutare porsi una semplice domanda: che cosa mi appassiona? Ci sono infinite risposte e infinite soluzioni. Se non si è convinti di una specifica area, intraprendete quella che vi aprirà più porte. Io ho scelto Economia aziendale perché gli sbocchi che il titolo offre sono innumerevoli. Con una formazione in management si può infatti entrare in ogni tipo di azienda e continuare a reinventarsi. Master e magistrali possono poi indirizzarti verso una specifica area quando avrai maturato maggiore consapevolezza personale e professionale». 

Un altro consiglio? «Scegliere un’università che vi offra un’ampia gamma di esperienze formative all’estero e che vi dia gli strumenti per potervi accedere. Le esperienze internazionali e un’alta conoscenza della lingua inglese sono infatti due degli aspetti sui quali i datori di lavoro per primi buttano l’occhio. Fattori che vi aiutano a distinguervi dalla concorrenza».