Inizia l’anno accademico e le attività riprendono a pieno ritmo, soprattutto nei collegi, permettendo agli studenti non solo l’occasione di ampliare conoscenze e competenze professionali, ma anche di consolidare valori e convinzioni personali grazie alla riflessione su tematiche quanto mai attuali, anche se spesso trascurate o poco approfondite.

Nella serata di martedì primo ottobre l’aula Ruffilli-Giavazzi ha ospitato l’evento dal titolo Per una società più giusta in cui il tema della giustizia riparativa è stato affrontato a partire dalla presentazione del libro autobiografico dell’ex detenuto e scrittore Annino Mele (Il marchio del bandito. Voglio riprendere il mio posto nella vita, Alfa Editrice, Cagliari 2019). La testimonianza dell’autore ha esortato a riscoprire il ruolo che le società devono assumersi nei confronti di un sistema giudiziario a volte da ridiscutere, per scansare l’idea che la piaga sociale vada relegata al di fuori del mondo civile, come fosse una discarica ricolma da guardare il meno possibile. 

Una serie di interventi hanno animato la tavola rotonda moderata da Gianraimondo Farina, docente del Dipartimento di scienze storiche e filologiche. Giusi Fasano, giornalista del “Corriere della Sera”, si è soffermata su due punti cardine della tematica, il tempo e la mediazione, sostenendo che «la giustizia riparativa, quando avviene, richiede tempo e deve necessariamente coinvolgere la parte offesa attraverso una mediazione sociale». Di mediazione ha parlato anche l’avvocato Augusto Cornalba che si è detto fiducioso nella formazione di nuove professionalità che possano ricoprire il difficile ruolo di mediatori penali e che possano, in parte, venire in soccorso alle lacune che insidiano il nostro codice penale, poco incline al cambiamento: infatti «sebbene una strutturazione del conflitto sia necessaria, l’insieme delle norme deve guardare all’evolvere della società ed essere sensibile ad essa». La direzione di ricerca, come ha sottolineato Edoardo Grossule, direttore del collegio Augustinianum, è quella di una nuova visione del reato e della condanna che abbia «al centro la persona più che la punizione».

Il prossimo appuntamento in Augustinianum sarà il 14 ottobre con l’autore del libro MaleDetti (Carabba, Lanciano 2019) Francesco Nicolino, alumnus del Collegio Augustianianum, in dialogo con Luciano Ghelfi, quirinalista del TG2 e Agostino dell’anno 2016. I temi del romanzo, ambientato nella Calabria del secondo dopoguerra, in un periodo cioè in cui l’onorata comincia a trasformarsi in un’organizzazione criminale moderna, faranno da motore per una riflessione «alle radici della ‘ndrangheta».


Credits photo: Carmelo Gattuso