Una giornata per raccontare come la sfida urgente di proteggere la nostra casa comune – come ha spiegato il vescovo monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica – possa diventare progetto per la formazione di nuovi stili di vita, ma anche revisione profonda della governance, armonia multiforme per il mondo della produzione.


Nasce da questa intuizione l’alleanza tra l’Università Cattolica e altre 13 università del mondo che ha dato vita al “Food and human Dignity network”, con l’intento di formare esperti capaci di migliorare la produzione senza intaccare l’ambiente nelle aree più povere del mondo. Sullo sfondo del Sinodo sull’Amazzonia, cui è stato dedicato il convegno organizzato da Alta Scuola per l'Ambiente, Centro d'Ateneo per la Dottrina sociale della Chiesa e Centro pastoralePier Sandro Cocconcelli, delegato rettorale per i progetti di internazionalizzazione, ha raccontato come si siano messi a punto progetti per la pesca sostenibile nei grandi fiumi amazzonici, dimenticando dinamite e altri metodi distruttivi prima largamente impiegati. Oppure come sia stato dato impulso alla produzione di varietà rare di cacao bianco nel sottobosco della foresta dove prima imperava la coltivazione della coca. In pochi anni le popolazioni indigene si sono accorte che quel prodotto non solo è sostenibile sotto il profilo etico e ambientale, ma è anche ricercatissimo sul mercato.
 

Altre buoni prassi sono state raccontate da Juan Ignacio Paste dell’Università Cattolica del Perù e da Luis Felipe Guanaes Rego della Cattolica di Rio de Janeiro.

Tutti frutti di un’ecologia integrale che muove i suoi passi dall’enciclica Laudato si’.