In questa fase di emergenza sanitaria, anche le attività didattiche dei master dell’Università Cattolica sono erogate secondo le modalità della didattica digitalmente aumentata. Proponiamo la testimonianza delle 23 iscritte al Mec - Master in Eventi e comunicazione per la cultura, promosso dall’Alta Scuola in Media, comunicazione e spettacolo (Almed), che racconta lo spirito di coesione, intesa e solidarietà che si è creato tra loro sin dalle prime lezioni, nonostante le distanze causate dalla pandemia. «Sorprendente come questa classe di 23 allieve tutte donne a distanza abbia accolto questo progetto formativo», raccontano Paolo Dalla Sega e Luca Monti, rispettivamente docente e coordinatore del Mec. «Questo è un grande obiettivo: resistere e proseguire negli studi. Perché ciascuna di loro ha compreso che per uscire dalla pandemia deve continuare a persistere e tenacemente difendere i valori della bellezza, della comunità, della partecipazione attiva alla vita della nostra Italia».


Coraggio, consapevolezza, opportunità, bellezza, strumenti, luce, stimoli, ponte, finestra, emozioni, distanza, relazione, incontri, sfida, entusiasmo, passione, novità, curiosità, solidarietà, collaborazione, limbo. Queste sono solo alcune delle parole a cui noi ragazze – sì, per la prima volta tutte donne! – del Master Mec 2020 abbiamo pensato dopo una sola settimana di lezioni.
 
Coraggio, per aver intrapreso questo percorso in questo momento così delicato, in questo limbo, emblema della paura e dell’ignoto, in cui tutte noi, oggi, ci troviamo imprigionate. La cultura e i suoi eventi sono stati tra i settori più feriti da questa pandemia, questo non è un segreto, eppure, non è stato poi così difficile scorgere quel barlume di luce, quell’opportunità che questo percorso ci dà per capire che, in fondo, l’amore per l’arte e per la cultura non sono e non saranno mai una cicatrice, ma piuttosto un cerotto per il nostro sapere e saper fare. Il potere dell’arte e il potere della bellezza, non solo la bellezza estetica, ma quella viscerale, platonica, hanno il potere di offuscare le difficoltà del presente.
 
Se dovessimo pensare al Mec in termini metaforici, penseremmo alla Finestra Aperta a Coillure di Matisse, a quell’esplosione di colori accesi e alla connotazione di cui si nutre: all’oltre. Oltre lo schermo di un computer, oltre le semplici parole incise su un libro di testo, oltre il rapporto tra noi alunne e tra i nostri docenti, ma anche tra i docenti stessi. Il Mec è una sfida, è continuo dibattito e collaborazione, è complicità e dialogo. Le barriere sedimentate dalla distanza si sgretolano quando si parla di scoperta, emozione, relazione e di passione. Passione per la bellezza e per la nostra Storia, che viene esponenzialmente salvaguardata dalla cultura, madre di appartenenza ed entusiasmo.
 
Il Mec è resilienza, intesa, unione e solidarietà. Ma è anche uno sguardo critico sul muro sottile che divide la teoria delle lezioni alla pratica del mondo lavorativo che ci aspetta là fuori. Dopo solo un paio di settimane, è sorprendente la naturalezza dell’atmosfera di positività che è fiorita tra noi, compagne di questo viaggio ricco di tappe, di testimonianze e di esperienze.

Giorno per giorno, stiamo sperimentando la sensibilità della riscoperta, l’accompagnamento degli uni verso gli altri, e questo grazie alla spalla salda dei professionisti che tracciano la via di un percorso nuovo, con passione e dedizione.
 
Più di tutto, le testimonianze dirette ci nutrono di fiducia e speranza, chiavi d’accesso ad un mondo per noi, ancora del tutto nuovo. Stiamo entrando in punta di piedi in un nuovo percorso di vita formativo e saldamente sentito da tutte noi, stiamo sperimentando giorno dopo giorno il “toccare con mano” il nostro traguardo, il nostro futuro.
 
Qui, oggi, noi tutte diciamo viva ai nuovi percorsi, al coraggio di sperimentarsi, di mettersi in gioco perché saranno proprio questi a farci posare lo sguardo su nuovi orizzonti, forse un po’ lontani ma meravigliosi. Oggi, non ci sentiamo più schiacciate dalla paura di rimanere incastrate in questo limbo in cui stiamo vivendo, nel terrore e nello scetticismo del se mai torneremo a sorriderci tra i banchi della facoltà e non tramite un’immagine pixelata e spesso di bassa qualità. Cerchiamo nella luce dei nostri schermi una luce più grande, quella che la bellezza artistica e l’arte giorno per giorno ci offrono.
 
Il nostro caposaldo è dunque la consapevolezza di poter condividere, collaborare e nutrirci continuamente di stimoli e curiosità, veri e propri carburanti di quello che sarà il nostro percorso formativo.

Le 23 allieve del Mec, Master in Eventi e comunicazione per la cultura