di Federica Beretta *
Non sapevo cosa significasse il Mal d'Africa. Ora che sono tornata alla vita di tutti i giorni lo so. Credo che sia la sensazione di stretta allo stomaco che sento ogni volta che ci ripenso, un senso di vuoto come se avessi lasciato là un pezzetto di me. E si manifesta nel sentirmi un po’ sola nella frenesia che mi circonda e nel ritrovarmi immersa in riflessioni e pensieri, un po’ incompresi dagli altri: è difficile infatti far capire loro il significato di quello che hai vissuto.
Non pensavo che il Charity Work Program mi potesse cambiare così. Mi ha permesso di crescere, di attribuire il giusto valore a tutte le cose che spesso diamo per scontate nella nostra società e nella nostra routine e, allo stesso tempo, di apprezzare anche le piccole cose della vita, da un semplice sorriso a una carezza, a una parola di conforto.
L’emozione più grande che ho provato è stata far partorire un bellissimo bambino da sola, avere avuto la possibilità di aiutare nel dare alla luce un bambino. E poi è successa una cosa che non penso sarebbe mai accaduta in nessuna altra parte del mondo: il papà mi chiede “come si chiama tuo padre?” e io rispondo: “Paolo, come mio nonno materno ed è anche il mio secondo nome”, e lui allora mi dice: “Bene, allora nostro figlio lo chiameremo Paulo in tuo onore”. Io sono rimasta a bocca aperta, non ci volevo credere, mi si è sciolto il cuore al sentire quelle parole e da allora ogni settimana mi sento con la mamma che mi manda delle foto del piccolo Paulo che cresce, e mi chiamano “auntie Fede”. Questo è ciò che può accadere in Africa, un’emozione speciale e unica che ti rimane nel cuore per sempre.
Tra le cose che più mi mancheranno ci sono i bambini con quegli occhietti sempre così genuinamente sorridenti, che con i loro abbracci mi trasmettevano tutto l'affetto del mondo, il loro essere felici semplicemente vedendomi e il loro chiamarmi "muzngu” (uomo europeo).
Quello che so è che l'Africa mi ha cambiata profondamente, che mi ha lasciato un segno indelebile, che mi porterò per sempre nel cuore e di cui farò tesoro per migliorare me stessa. Di una cosa sono certa, che ci ritornerò appena potrò, perché le emozioni che ho provato lì non le avevo mai provate prima. Grazie di cuore Africa!
* 25 anni, di Milano, neolaureata in Medicina e Chirurgia, campus di Roma