«Senza sottovalutare gli apporti positivi per la salute umana, postumanesimo e transumanesimo rappresentano una tecnognosi: hanno la pretesa non solo di penetrare il mistero dell’uomo e di rimpiazzare l’umano con il cyborg, ma anche di costruire un’ingegneria della felicità sostituendo la politica con la terapeutica». 

È uno dei passaggi più significativi della densa lezione pronunciata dal cardinal Angelo Scola a un’attenta platea di accademici e di dottorandi riuniti nella Sala Negri da Oleggio dell’Università Cattolica per partecipare alla giornata di studio e confronto sulla ricerca scientifica intitolata: Tecnica e umanesimo. Un approccio trans-disciplinare.

«Un’iniziativa nata con l’obiettivo di misurarsi con la ricerca avanzata», ha esordito monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Ateneo introducendo l’evento promosso dalle Scuole di Dottorato e dal collegio docenti di Teologia dell’Ateneo. Intendiamo «farci interpreti di quanto auspicato dall’Ex Corde Ecclesiae che sollecita gli atenei cattolici a una rinnovata capacità di dialogo tra i saperi». Tema del resto caro anche a Papa Francesco. «Nel proemio della Costituzione apostolica Veritatis Gaudium, dedicata a università e facoltà ecclesiastiche, invita tutte le realtà accademiche cattoliche a sviluppare una nuova attitudine che superi la frammentazione dei saperi e sappia coltivare un rinnovato confronto con la teologia», ha aggiunto monsignor Giuliodori.

Anche il rettore dell’Università Cattolica Franco Anelli ha ribadito l’idea di individuare «chiavi di comunicazione comune nella riflessione sulla relazione tra umano e tecnologia per capire come interloquire con una realtà che influenza sempre più la nostra vita e prende decisioni». 

Per questo motivo diventa necessario, ha chiarito il cardinal Scola nella sua relazione, operare precisazioni sui concetti di postumanesimo e transumanesimo che «indicano l’intento di produrre un “oltre uomo”». Se il primo punta a un «miglioramento globale della vita dell’uomo», il secondo nell’arco di millenni intende «superare l’umano», con un enhancement delle capacità umane «attraverso la figura del cyborg». 

Il fattore che ha permesso tutto questo si trova in tre parole fra loro strettamente connesse: tecnica, tecnologia, tecnocrazia. La tecnica non si riduce a semplice adeguamento della tecnologia che, invece, «tende a realizzare una sfera autoreferenziale globale». Ciò la rende un «supporto dei poteri forti». In tal modo «la tecnologia genera tecnocrazia che implica una sottrazione di poteri reali al demos a favore delle holding, delle lobby». 

Qual è, dunque, il ruolo della ricerca scientifica? «Purtroppo i due terzi degli scienziati sostengono che il mondo va letto naturalisticamente», ha precisato il cardinal Scola. La vera questione è capire se il naturalismo spiega tutto. 

«È appena uscito in Italia un libro di uno dei massimi cultori di queste nuove teorie Michael S. Gazzaniga dal titolo La coscienza è un istinto, che altro non è se non il tentativo di ridurre al cervello il fenomeno della coscienza umana», ha affermato l’arcivescovo emerito di Milano. Ma «com’è possibile che parti di materia privi di materia producano coscienza?». Oggi «parlare di anima è diventato un tabù». 

Eppure esiste una «dimensione dell’uomo che è un “oltre” connessa in modo organico al suo corpo». Ci sono anche scienziati, per esempio Ugo Amaldi, che credono di «poter mettere d’accordo il fenomeno evolutivo con il rispetto di un’esistenza di Dio che crea il mondo e, addirittura, credono nell’esistenza dell’anima che sarebbe una specie di finestra attraverso la quale Dio fa compagnia all’uomo lungo tutta la sua vita». 

Pertanto il messaggio da dare ai futuri ricercatori dell’Università Cattolica è di fare un salto di qualità: «Non si può più parlare oggi - lo si vede già nella catechesi ai più piccoli - senza tener conto di queste scoperte strabilianti che poi hanno delle conseguenze pratiche rilevanti sulla vita quotidiana». Quindi «un dottore di ricerca deve prepararsi per vedere come si può innestare dall’interno di queste nuove scienze la questione del senso, che per noi diventa la questione del senso religioso, del senso cristiano della vita».