Da solo. Proprio quando iniziamo a capire che ci si salva insieme siamo soli: su un sagrato, nelle case, nei Paesi, per le strade, nei palazzi, in ospedale, nei pensieri, nelle chiese. È lunga la strada da percorrere. Non siamo immuni: siamo comunità.

Sabato 28. È l’ora della bilancia: emergenza sanitaria e poi economica. E anche sociale: si allarga il concetto di famiglia. C’è buio perché c’è luce, nella Città che misura il mondo, e si schiarisce anche l’Europa. Il vuoto è pieno. E il futuro è un ricordo da costruire.

Domenica 29. Sono tutte diverse, le domeniche del Coronavirus. Questa si apre con la gratitudine, reciproca, e con la vera Economia: far vivere tutti con risorse scarse. Ciò che non è scarso è il tempo, ma non si può rischiare. Ciò che scarseggia è l’entusiasmo, anche nelle Primarie più belle del mondo. Ciò che il tempo moltiplica non manca mai. È domenica, e ancora venerdì. Ora et labora.

Lunedì 30. I lunedì, invece, sono simili: si inizia contando, si continua sperando e la Pasqua quest’anno può essere anche un altro “passaggio”. Poi, ci sono cose che non passano mai: le divisioni del mondo, il conforto, l’irrazionalità, i riti santi. Non passano nemmeno i lunedì di Borsa: Covid-19 fa ancora paura. Intanto, dove Simon e Garfunkel cantavano nasce un ospedale: April comes, it will.

Martedì 31. E aprile verrà e sarà sicuro. Com’è sicura la crisi economica che il leader del mondo libero prova a mitigare: la Cina è vicina. C’è spazio per inventare, e anche per imparare. Il virus è già arrivato in Africa, ma, ancora una volta, non chiamiamola “guerra”.

Mercoledì 1. È arrivato anche a Singapore. Mentre le previsioni del tempo appaiono ancora inutili, la task force degli scienziati americani (e i sondaggi) lo hanno convinto: negli Stati Uniti sarà lunga, e dura. I media sono l’unica agorà e l’Estate italiana sarà ancora impegnativa. Nella sua quarantena Newton scoprì la forza di gravità, noi scopriremo l’Europa?

Giovedì 2. L’America che abbiamo scoperto ora sogna solo di guarire, mentre l’alleanza tra scienza medica e tecnologia ormai è essenziale. Intere famiglie scoprono la vera vocazione e per alcune l’isolamento è ancor più impegnativo. Forse l’Europa inizia a riscoprire se stessa: è delicata la sofferenza comune. Verso sera, con chi l’ha offerta fino alla fine.

Venerdì 3. I venerdì del Corona virus sembrano uguali: i conflitti continuano, i numeri aumentano, aumentano le precauzioni, aumentano le difficoltà e anche le speranze. A prezzo di grandi sacrifici si entra nella “grande settimana”: ci vuole coraggio.