Sono passati ottant’anni da una delle pagine più buie della nostra storia: quella delle “leggi razziali”. Nell’allora Regno d’Italia, con l’emanazione dei “provvedimenti per la tutela della razza”, dal settembre 1938, il regime fascista scatenò una persecuzione giuridica nei confronti dei cittadini italiani considerati di razza ebraica.

Una serie di provvedimenti normativi - il più importante dei quali è certamente stato il Regio Decreto Legge 17 novembre 1938 n. 1728 - e amministrativi per effetto dei quali ogni attività di studio e di lavoro venne loro vietata, «tanto che i divieti imposti finirono con il rivelarsi talora addirittura più duri di quelli della Germania hitleriana» come afferma lo storico del diritto dell’Università Cattolica Saverio Gentile, autore del volume La legalità del male (Giappichelli). «Ne restò escluso il solo diritto alla vita, anch’esso annientato nel buio biennio della Repubblica di Salò quando si realizzò una vera e propria caccia all’ebreo da parte dei nazisti, con la complicità dei repubblichini».

Saverio Gentile sarà uno dei relatori dell’iniziativa promossa dalla Prefettura di Milano giovedì 10 maggio, ospitata nell’Aula Magna della sede di largo Gemelli dell’Università Cattolica. Il convegno “A ottant'anni dall'emanazione delle leggi razziali: istituzioni e societa' per una memoria attiva” è riservato agli studenti delle scuole superiori milanesi e ad alcuni universitari dell’Ateneo e sarà introdotto e coordinato da Ferruccio De Bortoli, presidente della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano.

Alle 10.30 sono previsti i saluti istituzionali del prefetto di Milano Luciana Lamorgese, del rettore dell’Università Cattolica Franco Anelli, del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, del sindaco di Milano Giuseppe Sala, del rabbino capo della Comunità Ebraica di Milano, Aljònso Arbib, e del presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni.

Seguiranno gli interventi della senatrice a vita Liliana Segre, del primo presidente emerito della Corte di Cassazione Giovanni Canzio, del ricercatore della facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica Saverio Gentile, e dello storico Michele Sarfatti.