di Giulia Bomba e Rosalba d’Aniello *

Dakar, capitale del Senegal, è una città molto grande e caotica. Le strade sono sempre trafficate e piene di tassisti con i quali la contrattazione è all’ordine del giorno dal momento che il prezzo richiesto per il tragitto è sempre superiore a quello reale. Con il passare dei giorni siamo diventati dei veri “maestri” della contrattazione: il conducente proponeva il prezzo, noi rispondevamo con la classica frase “c’est trop! on fait toujours….” e mentre fingevamo di allontanarci, con un colpo di clacson, il tassista richiamava la nostra attenzione, accettando la nostra controproposta.

Per due mesi abbiamo vissuto nel quartiere di Ngor, nella casa del Vis, l’Ong con cui abbiamo svolto il nostro tirocinio, insieme a Stefano, Paola (due cooperanti dell’organizzazione), Pippo, Matteo e Pulce. Siamo state coinvolte nelle attività di informazione e sensibilizzazione della Ong, soprattutto relativamente alla realizzazione di quattro fiches informative rivolte ai ragazzi senegalesi in merito al Vis e al sistema salesiano, alle difficoltà che affrontano i migranti irregolari durante il viaggio e una volta giunti in Europa e le opportunità di occupazione e formazione nel loro paese.

Dal 31 luglio al 6 agosto siamo stati a Tambacounda, nell’omonima regione a sud-est di Dakar. La città di Tamba è estremamente povera e rappresenta lo snodo principale per tutti coloro che tentano di raggiungere il Mediterraneo passando per la Libia. Lì abbiamo conosciuto un altro cooperante del Vis, Federico, la comunità salesiana e le suore di Saint Joseph, che ci hanno ospitato per l’intera settimana.

Durante quei giorni abbiamo avuto l’occasione di osservare le attività di comunicazione e sensibilizzazione portate avanti dal progetto Vis, visitando, per esempio, il Centro Culturale di Tamba, le stazioni radiofoniche Rts, Dounya e Akouma, i villaggi di Koar e Goudiry e assistendo al suggestivo spettacolo teatrale della compagnia Niany Wouly sul tema migratorio.

Conclusa la settimana a Tambacounda, siamo ritornati a Dakar dove abbiamo iniziato le tre settimane al Bosco Vacances. Qui la direttrice, Madame Pierrette, i pères Michel e Carlos e gli animatori insegnano ai bambini cosa significa essere un buon cittadino, così come recita la canzone che ogni giorno intonavamo assieme ai ragazzi:

«Nous sommes les enfants du Sénégal,
Nous sommes les enfants de la patrie,
Eduquez-nous, Formez-nous, donnez-nous du savoir,
L’éducation que nous en avons besoin!
».

I pomeriggi in oratorio sono trascorsi velocissimi tra balli, canzoni e il constante suono dei tamburi che accompagnava tutte le attività culturali, manuali e sportive. Una delle attività di cui conserveremo per sempre un affettuoso ricordo è stato vedere, durante la festa di chiusura, i più piccoli ballare il “Gioca-Jouer”, insegnato con tanta fatica e divertimento.

Infine, in questi due mesi, abbiamo avuto l’opportunità di scoprire ciò che la città ha da offrire. Dakar, con il suo Monument de la Renaissance africaine, la Grand Mosque, i mercati tipici, la pittoresca isola di Gorée, patrimonio dell’Unesco, conosciuta come “isola degli schiavi” (nome che deriva dal suo passato in epoca coloniale), l’isola di Ngor e le isole della Madeleine, anch’esse patrimonio dell’Unesco. Non sono mancati i pomeriggi e le serate trascorse nei diversi locali della capitale, come la Cabane du surfeur a Point des Almadies o il Bayécou a Ngor.

È stata un’esperienza unica, in cui certamente non sono mancate le difficoltà legate al contesto completamente differente in cui ci siamo trovate, ma che sicuramente ci ha consentito di crescere sotto il profilo umano. Nei due mesi trascorsi in Senegal, abbiamo avuto l’occasione di avvicinarci al mondo della cooperazione allo sviluppo e di conoscere una cultura molto lontana dalla nostra. Al termine del viaggio abbiamo maturato una consapevolezza nuova che porteremo nel cuore per tutta la vita: “l’Africa, con i suoi bambini, il costante traffico, le canzoni e i il suono dei tamburi rappresenta il caos, un caos pieno di vita!”.

* Giulia Bomba, di Vasto (Ch) e Rosalba d'Aniello, di Pessano Con Bornago (Mi). Entrambe studiano al corso di laurea magistrale in Politiche europee e internazionali, facoltà di Scienze politiche e sociali, campus di Milano

http://milano.unicatt.it/facolta/scienzepolitichesociali