Sono più di cinquanta gli studenti che la prossima estate scriveranno una voce nuova nel proprio Cv grazie al Charity Work Program. Il programma di volontariato internazionale promosso dal Centro di Ateneo per la Solidarietà Internazionale (Cesi), grazie al contributo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori e ai fondi del 5 per mille, da dieci anni offre l’opportunità di vivere un’esperienza di volontariato in Paesi emergenti e in via di sviluppo. 

Giunto alla sua decima edizione, il Charity Work Program si conferma una delle esperienze estive scelte da un sempre crescente numero di studenti, come emerge dal significativo aumento delle richieste di partecipazione: nel 2018 hanno preso parte alle selezioni 275 studenti provenienti da tutte le facoltà e da tutte le sedi dell’Ateneo con un incremento pari al 18% rispetto all’edizione dello scorso anno. 

Un successo che, come testimoniano gli studenti nei loro racconti, sembra legato alla capacità del programma di offrire loro l’opportunità di coniugare crescita personale e formazione professionale: mettersi in gioco in contesti culturali e sociali diversi da quelli abituali, sperimentare la bellezza della solidarietà che prende forma attraverso il dialogo e la vicinanza agli ultimi, toccare con mano l’esistenza di una realtà “altra” e fare i conti con la propria limitatezza, che si scontra con problemi urgenti, s’intreccia con l’opportunità di sviluppare anche competenze professionali che fanno bene al Curriculum. 

Non è un caso che nel corso degli anni il Charity sia stato modulato in modo da rappresentare un percorso sempre più coerente con gli studi: numerose destinazioni sono aperte infatti solo a studenti di determinate facoltà, privilegiando percorsi ad hoc sulle discipline insegnate in Ateneo. In alcuni di questi casi, per offrire un’esperienza ancora più completa, il periodo di permanenza all’estero è di due mesi. Secondo il professor Roberto Cauda, direttore del Cesi, «la solidarietà è un bene prezioso che va coltivato fin da studenti. Il Cesi, attraverso il Charity Work Program, ha voluto investire nella cultura della solidarietà, che si caratterizza per essere “contagiosa”, promuovendone la diffusione tra gli studenti delle diverse facoltà dell’Ateneo».

Mentre prosegue l’allargamento del programma anche a neolaureati e iscritti a master, dottorati e scuole di specializzazione, il Charity festeggia il suo decimo compleanno con nuove destinazioni e nuove partnership con Ong e Onlus che lavorano in Africa, Asia e Sud America. Ventidue progetti in 17 Paesi ospiteranno gli studenti che, grazie alle scholarship della durata di 3 – 8 settimane, potranno vivere la loro esperienza di volontariato in Albania, Bolivia, Brasile, Camerun, Etiopia, Eritrea, Ghana, Guatemala, India, Kenya, Madagascar, Messico, Senegal, Tanzania, Terra Santa, Zambia e Uganda.

Sono aumentate le destinazioni in Centro e Sud America: ai progetti in Brasile e Bolivia, si sono aggiunti il progetto a Queretaro, in Messico alla Scuola dell’infanzia e primaria El Girasol, in collaborazione con la Fondazione Stella Maris Onlus, e il progetto in Guatemala nel centro Alma de Colores, un’iniziativa avviata con l’aiuto della Ong Centro Orientamento Educativo (Coe) e che attualmente impiega 25 giovani e adulti con disabilità in attività terapeutiche all’interno di laboratori che funzionano come vere e proprie attività commerciali.

Tre importanti new entries nell’edizione 2018 del Charity Work Program sono l’Albania, prima destinazione europea a rientrare nel programma, l’Eritrea e lo Zambia. Il progetto in Albania della Ong Volontariato Internazionale allo Sviluppo (Vis) e riservato a studenti, laureati e iscritti a master o scuole di dottorato della facoltà di Economia, coinvolgerà gli studenti in diverse attività volte a contrastare il fenomeno dell’emigrazione giovanile attraverso la promozione del turismo locale. 

Ad Asmara, in Eritrea, gli studenti saranno invece coinvolti nelle attività organizzate dal Pavoni Social Center e dal Villaggio Paradiso, gestiti rispettivamente dai Padri Pavoniani e dalle Suore Orsoline di Gandino, in particolare in attività di animazione e aiuto compiti per i bambini della scuola materna ed elementare e alle attività organizzate nell’ambito dell’oratorio estivo organizzato dai Padri Pavoniani. Agli studenti sarà richiesto anche un aiuto nella catalogazione dei preziosi libri conservati presso la biblioteca del Pavoni Social Center che, con i suoi 50mila libri, è attualmente considerata la più prestigiosa dell’Eritrea.

Per quanto riguarda la facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali è previsto un soggiorno a Luwingu, in Zambia, alla Valponasca Learning Farm dove, con il coinvolgimento di circa 1.200 contadini e 30 gruppi di donne, ogni giorno si lavora con l’obiettivo di promuovere il passaggio dall’agricoltura di sussistenza a un’agricoltura professionale. Il progetto è promosso in collaborazione con la Ong Volontariato Internazionale Donna Educazione Sviluppo (Vides).

I primi studenti a partire saranno quattro giovani che si recheranno a Mbalmayo, in Camerun, presso il Centre de Promotion Sociale (Cps), che ha lo scopo di promuovere lo sviluppo umano, culturale e spirituale della popolazione locale, finalizzato al miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti e alla promozione dei diritti dell’uomo, e a Shire, in Etiopia, nella Missione delle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida dove gli studenti saranno coinvolti nell’organizzazione e nell’animazione del campo estivo rivolto ai bambini e ai ragazzi di età compresa tra i 3 ed i 16 anni.