La ricostruzione post pandemia come occasione da non perdere per inaugurare una stagione di riforme, vere e strutturali, anche in campo fiscale. È il messaggio proposto dal webinar Decreti Covid-19 e novità fiscali, organizzato dalla facoltà di Economia e Giurisprudenza, a cui hanno partecipato oltre 250 persone e un qualificatissimo parterre di interventi susseguirsi in una rincorsa di proposte e riflessioni.

«Partire dal dialogo: è questa la chiave» afferma la professoressa Anna Maria Fellegara, preside della facoltà, che ha aperto i lavori soffermandosi sul valore delle relazioni e del contraddittorio per «affrontare in maniera sistematica e proficua le riforme oggi necessarie. Come non ci stanchiamo di sottolineare ai nostri studenti durante i corsi di diritto tributario, non può esserci rapporto tributario se non vi è un rapporto collaborativo improntato alla buona fede tra contribuente e pubblica amministrazione. È a questo che dobbiamo puntare tutti».

Non ha dubbi neppure Ernesto Maria Ruffini, direttore generale dell’Agenzia delle Entrate: «Gli interventi degli ultimi mesi, utili a far fronte a un periodo straordinario, comportano l’implementazione di numerose procedure. È un momento importante, che non può prescindere dal dialogo tra Agenzia delle entrate, imprese e professionisti, per favorire un’efficace sistematizzazione delle norme che non si configuri come semplice maquillage, ma diventi presupposto per rendere attuabile il sistema di riforme che andremo ad implementare». L’occasione è quella giusta: si sta per riversare sul nostro Paese un fiume di denaro mai visto ed è il tempo di riforme che guardino al futuro.

Del resto, come ricordato dal professor Marco Allena, docente di Diritto tributario del campus di Piacenza «è evidente che in questo momento la contingenza sanitaria ed economica abbia la prevalenza su ogni altro ordine di considerazioni. Ma è allo stesso tempo chiaro che occorre sin da subito un’attenta riconsiderazione dei profili più generali dell’ordinamento tributario, che già prima di questa fase non brillava per sistematicità e ragionevolezza».

Uno strumento che ben esemplifica un nuovo rapporto tra fisco e contribuente è l’adempimento collaborativo ricordato dal professor Marco Miccinesi. «Un regime in cui si inverte il rapporto tra contribuente e il fisco, basato sulla fiducia e sulla collaborazione: la società che entra in questo regime (oggi accessibile solo ai grandissimi contribuenti) non subisce più gli accertamenti, ma concorda passo per passo come comportarsi, con un team dedicato del fisco e ancor prima di presentare la dichiarazione. Il futuro del fisco guarda all’ampliamento di questi strumenti: sarebbe utile per tutti, Agenzia delle Entrate in primis, perché acquisirebbe la certezza del gettito e per i contribuenti, che godrebbero della certezza del rapporto».

Dialogo dunque, ma anche semplificazione, come ben espresso negli interventi delle multinazionali (Ferrero, Luxottica, Barilla), che nel confronto tra gli interventi, non solo fiscali, italiani e stranieri, fanno risaltare che la farraginosità del sistema Italia non aiuti. «Del resto la burocrazia è uno dei problemi sistemici del nostro Paese: non era pensabile che venisse meno proprio durante la pandemia».