L'articolo di Laura Silvia Battaglia, tutor del master in giornalismo dell'Università Cattolica, introduce un breve percorso alla scoperta di alcuni volti tra i più noti oggi in prima linea nel racconto giornalistico dell'emergenza coronavirus e ieri allievi della Scuola di giornalismo dell'Ateneo, alle prese, anch'essa con un impegno straordinario per leggere con i suoi 30 praticanti i giorni che stiamo vivendo


di Laura Silvia Battaglia *

Se ci fosse stato qualcuno che dava per spacciati i media nel Terzo millennio, dovrà ricredersi e purtroppo dovrà farlo dopo la fine di una catastrofe. Perché in tempi di pandemia, pochi settori restano in crescita e sono così popolari come i media, soprattutto on line. Non toccati dai decreti che impongono l’arresto alla produzione industriale e del terzo settore, sono riusciti a trasferire quasi tutte le loro produzioni sul digitale e, per quanto riguarda il broadcasting, hanno ridotto al minimo l’emissione in studio, dirottando la loro attività redazionale in modalità smart-working. In ogni caso, al desk, come fisicamente sul campo, la copertura di questa crisi sanitaria globale è molto onerosa, in termini di tempo speso, energie e sforzi intellettuali. E quando si tratta di giornalisti praticanti e di strutture che si occupano di didattica del giornalismo, esserci e continuare a studiare e lavorare è un imperativo, soprattutto in tempi epocali come questo.

Così il master in giornalismo dell’Università Cattolica si è subito adeguato al sistema di e-learning e, dall’inizio di questa crisi sanitaria, non si è mai fermato. Con i suoi 30 studenti-giornalisti dislocati a casa propria, in diverse zone d’Italia, e il team di insegnanti e tutor, il master ha continuato a seguire l’evoluzione della pandemia, lavorando su tre filoni principali: facendo operazione di setaccio e debunking di notizie false o parzialmente false sulla testata Magzine.it; sviluppando e potenziando il giornalismo radiofonico sottoforma di podcast; tornando alla narrazione di più lungo respiro, scritta, di storie raccolte telefonicamente da fonti locali; utilizzando il linguaggio video per descrivere qualcosa di molto vicino, soggettivo e legato alla propria esperienza in quarantena. 

In attesa di portare a termine il prossimo esperimento (un talk show sviluppato solo con dirette live, alla maniera degli americani Saturday Night), il master in Giornalismo dell’Università Cattolica si avvale di alcuni insegnanti professionisti, già ex allievi, che stanno coprendo l’emergenza sanitaria in varie forme possibili: Tonia Cartolano, volto noto e conduttrice Sky, che segue con dirette lunghissime la maratona delle notizie quotidiane con continui aggiornamenti; Paolo Maggioni (nella foto in alto), giornalista di Rainews, tra i primi ad essere arrivato a Codogno appena la cittadina era diventata l’epicentro del virus; Alberto Puliafito, esperto di datajournalism, che ha appena fondato il portale Covid-19italia.info, uno straordinario strumento di aggregazione, comprensione della realtà e orientamento informativo destinato alla cittadinanza. 

Insieme a loro, molti altri ex studenti del master stanno dimostrando in questi giorni che non si può fare a meno di un giornalismo che ci faccia vedere le cose nel loro quotidiano accadere e che le renda comprensibili: Maria Chiara Grandis è l’inviata del TG3 della regione Lombardia nelle zone del contagio; Sasha Biazzo, direttore della redazione milanese di Fan Page, ha realizzato un reportage tra i medici di base a Bergamo; last but not least, Alessio Lasta, inviato di Piazza Pulita, il talk show condotto da Corrado Formigli, è il primo giornalista ad essere entrato in un terapia intensiva ormai un mese fa e ad avere mostrato a tutti gli italiani che, purtroppo, il virus Covid-19 non scherza affatto.

* tutor senior Scuola di giornalismo Università Cattolica del Sacro oCuore