Restano due cose. Per chi crede la fede e le persone. Per chi non crede o non lo sa la fiducia e le persone. Restano sempre le Cose che sono una: le relazioni. Mentre le città eterne ancora si riposano, come saranno quelle nuove in questo maggio che è fine e inizio?

Sabato 2. Ritorni, e statistiche. La prossimità diventa turistica, la comunicazione politica è ancora (quasi) tutto. Le profezie su Internet si avverano, le previsioni vengono confermate. La ricerca non si ferma, e la creatività diventa davvero pane. C’è aria di vigilia, che tutto vada bene.

Domenica 3. Nuove regole per nuove città. Cambiano le relazioni, aumenta la prossimità. L’educazione cambia, i numeri non ancora. Cambiano le relazioni e cambiano le città, i Paesi si dividono e i pastori danno la vita per le pecore: le Cose che restano.

Lunedì 4. Ecco le nuove città e le nuove relazioni. C’è agitazione nel mondo, differenza nei territori, apprensione per la prima libertà. Si riparte lentamente, guardando avanti con fiducia, soddisfatti dello sforzo. Ma bisogna rimanere cauti e continuare per un po’ a osservare il cielo in una stanza.

Martedì 5. Vuote e bellissime: erano così le nostre città. Oggi qualcosa è cambiato, e i mercati percepiscono. Lo scontro diplomatico continua, se ne affaccia uno costituzionale, il confronto nazionale è delicato. C’è chi osa di più e chi cerca sicurezza. Indossiamo mascherine, ma gettiamo via le maschere.

Mercoledì 6. Si estendono i periodi di emergenza, la battaglia è ancora lunga e mondiale. In patria si estendono i decreti, in Europa le difficoltà, nel mondo la miseria. Continuano a cambiare le città, e le relazioni, anche nelle strade. Bisogna raccontare, e non fermarsi, e dire sempre la verità.

Giovedì 7. Percorsi inediti, in tutte le città, e gli orizzonti mobili ricercano la libertà. I percorsi conosciuti continuano malgrado tutto, le relazioni ricercano la socialità. La pandemia economica incrocia nuove leggi e nemmeno la speranza è sempre certa. Solo in ospedale torna un po’ di luce.

Venerdì 8. Si cammina piano, ma in avanti, nelle relazioni e nelle città. Tornano i percorsi autonomi, anche quelli in velocità. Le città inventano spazi, le persone riscoprono modi. La guerra è finita, quella vera. Noi andiamo avanti, un passo alla volta.