Pubblichiamo il commento del professor Armando Fumagalli nell’ambito dello speciale sul film di Checcho Zalone Tolo Tolo, che ha fatto parlare di sé soprattutto per il tema affrontato

di Natale Ciappina

«Se consiglierei Tolo Tolo? Ma sì. Non si ride un granché e in generale non è affatto un capolavoro del cinema, ma è comunque una commedia che ha il pregio di mettere in scena uno dei grandi problemi della nostra epoca, l’immigrazione». Quello di Armando Fumagalli, docente dell’Università Cattolica in Semiotica e Storia e Linguaggi del Cinema Internazionale alla facoltà di Scienze linguistiche e letterature straniere, è un giudizio che tutto sommato promuove l’ultimo film di Checco Zalone, il nuovo grande successo del comico pugliese che ha inaugurato questo 2020 cinematografico. La pellicola ha visto il debutto alla regia di Zalone, al secolo Luca Medici, e secondo Fumagalli è proprio sul frangente tecnico-artistico che Tolo Tolo soffre di più. «Si sente l’assenza del regista delle precedenti pellicole, Gennaro Nunziante, la cui tecnica narrativa – commenta Fumagalli – rendeva il film ritmato, con un incedere scorrevole e ricco di sorprese. Tolo Tolo è meno brillante sotto questo punto di vista». 

Secondo Fumagalli è a tal proposito emblematico il finale, «che sembra mettere tutto fra parentesi; in sé sono tutte cose carine, ma non ben collegate fra loro, della serie: questa è la storia, se poi non ci credete, la buttiamo in corner». 

Più positivo il giudizio del professor Fumagalli sul piano dei contenuti offerti da Tolo Tolo, il cui merito principale è quello di richiamare l’attenzione sul dramma dei migranti, trattandolo con rispetto e attenzione. In tal senso, la pellicola riesce a sopire le polemiche sollevate in fase promozionale. «Era chiaro che il trailer – prosegue Fumagalli – potesse far pensare a una commedia dal taglio più razzista, diciamo, ma personalmente non ci ho mai creduto che Zalone avrebbe fatto un film così. Un’operazione intelligente, ecco, ma secondo me a Checco converrebbe tornare a lavorare con Nunziante, almeno da un punto di vista artistico».