Imparare a gestire una breaking news e a capire le mosse di un reporter alla ricerca di una storia. Dal 14 al 24 maggio sbarca per la prima volta a Milano, in largo Gemelli, il workshop organizzato da The Post Internazionale, la testata fondata nel 2010 e diretta da Giulio Gambino, giornalista che ha lavorato a l’Espresso, la Stampa e si è formato alla Columbia University School of Journalism. Nata con l'idea di raccontare l'attualità internazionale, pubblica inchieste co-prodotte insieme al settimanale L’Espresso ed è uno tra i primi 15 siti d'informazione tutta digitale in Italia.

«L’idea del workshop nasce per dare la possibilità a chi vuole diventare giornalista di avvicinarsi alla realtà della professione e di ottenere gli strumenti pratici per farlo - racconta Giulio Gambino -. Ci saranno prove sul campo e, durante il corso, i partecipanti creeranno un giornale online. Con il supporto dei tutor, si imparerà a gestire una breaking news, a capire come si muove un reporter a caccia di una storia da raccontare, a scrivere una notizia e molto altro». Perché in Cattolica, dopo parecchie edizioni a Roma? «Perché volevamo collaborare con una realtà affidabile a Milano» conclude il direttore di TPI.

Nelle edizioni passate, nel 2016 e 2017, sono intervenuti importanti ospiti del mondo del giornalismo e non solo, come Enrico Mentana, Marco Damilano, Gad Lerner e Gigi Riva. Questa edizione porterà, tra le altre, le firme di Paolo Madron di Lettera43, Davide Casati del Corriere della Sera, Carola Frediani de La Stampa, Giorgio Ferrari di Avvenire, Fulvio Scaglione di Famiglia Cristiana, Peter Gomez de Il Fatto Quotidiano, del fotografo Leonardo Brogioni e di Anna Momigliano di Rivista Studio.

Tra i relatori, anche Laura Silvia Battaglia, giornalista freelance specializzata in Medio Oriente, che tratterà l’ampio tema delle fake news con uno sguardo particolare al mondo arabo. «Sono trappole in cui cadono anche i media tradizionali e generalisti» dice la reporter. «La maggior parte non sono però vere e proprie fake news, ma sono notizie non totalmente false, di cui una parte è vera e un’altra no; sono molto frequenti e ampiamente condivise nei social media». Come arginarne la diffusione? Secondo Laura Silvia Battaglia «non bisogna attuare strategie censorie ma dialoganti: è necessario trovare un metodo alternativo per controbatterle, dopo il picco di diffusione. Una delle armi può essere l’ironia, utile per smontare una notizia parzialmente vera o totalmente falsa, precedentemente diffusa».
 
Al workshop TPI prenderà parte anche Milena Gabanelli, giornalista del Corriere della Sera. «Oggi, grazie a internet, queste “balle” possono moltiplicarsi e rimbalzare ovunque in brevissimo tempo. I giornalisti sono proprio coloro che hanno i migliori strumenti per verificare l’attendibilità delle notizie» racconta la Gabanelli. «Il vero problema è la velocità con cui circolano. A volte le fake news non hanno fonti attendibili ma possono essere riprese da agenzie autorevoli, che le selezionano a causa del breve tempo a disposizione senza controllarne la provenienza».

Nicoletta Vittadini, docente alla facoltà di Scienze linguistiche e letterature straniere e coordinatore didattico del master in Giornalismo dell'Università Cattolica, parlerà delle forme specifiche del web per capire come funziona la fiducia nelle fonti in rete. «Esistono forme di comunicazione tramite cui si chiede e si dà fiducia ai lettori» afferma. Nel vasto mondo della rete, The Post Internazionale è una realtà ormai consolidata e gode di questa fiducia da parte di uno zoccolo duro di persone, proponendosi come «un modello ibrido tra una testata classica e il giornalismo online». Nel workshop si analizzeranno le piattaforme tramite cui scrivere gli articoli e si faranno esercitazioni pratiche sulla ricerca e sulla costruzione di una storia» conclude la professoressa Vittadini. E, per le migliori, è previsto un premio: miglior pitch, miglior news scritta, miglior Social Media Manager, miglior commento o analisi, miglior giornale.

(a cura di Niccolò Casali, Lisa Semilia e Oscar Toson)